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Angelo Marani, il ricordo dell’ingegnere della maglieria

Angelo Marani: ‘un grido di colore’ e stampe che si spegne con la morte del suo creatore.

E’ scomparso il 4 gennaio scorso Angelo Marani, definito ‘L’ingegnere della maglieria”. Ecco il ricordo di una sua studentessa e contributor di Verve

angelo maraniCollezioni piene di memoria degli anni ’70-’80 e di femminilità delicata e sensuale quelle di Angelo Marani. Il 4 gennaio ci ha lasciati ‘l’ingegnere della maglieria’, un grande appassionato di fashion, un imprenditore famoso in tutto il mondo e simbolo della moda italiana all’estero.

 

 

Credo nella bellezza, credo nell’arte, credo nel Made in Italy”, era il motto di Angelo Marani, classe 1953.

Lo stilista- imprenditore di Correggio, affascinato dalla moda e dall’arte fin da bambino, entra a far parte del mondo della moda ancora giovanissimo quando, nel 1969, fonda la Marex (acronimo di Marani Export), un’azienda che gli permette di raggruppare, in un unico progetto, stamperia e tessitura, tanto da essere definito, fin da subito, ‘Il re delle stampe’.

Angelo Marani fu pioniere delle stampe, quindi, capace di sperimentare e innovare l’uso dei macchinari sui angelo maranimateriali. Così, propone le famose maglie stampate con la stessa tecnica con cui vengono stampati i classici foulard di seta o le maglie ultraleggere ottenute con i telai Bentley, normalmente utilizzati per la realizzazione delle calze da donna; i jeans elasticizzati e stampati, o ancora, l’utilizzo di più materiali e tessuti su uno stesso capo d’abbigliamento.

Lo stilista era solito lavorare i suoi tessuti con lo stesso rispetto e creatività che ha un pittore nel dipingere la sua tela. Quella stessa tela che si arricchiva di e greche, illustrazioni in oro e argento che traevano ispirazione dal mondo dell’arte, dell’art decò degli anni venti, dal secessionismo viennese, da Klimt e dagli arredamenti.

Un’esplosione di ricchezza in grado di contrapporsi, con armonia, alla povertà della monocromia.

Quindi arte e moda per Angelo Marani erano come universi affini che raccontava attraverso l’uso del colore e la ricchezza delle stampe.
Simbolo del vero Made in Italy, conosciuto in tutto il mondo, amava ripetere che ‘La moda è il senso del bello’.

Avere avuto la possibilità di seguire le sue lezioni e di poter assistere alle sue sfilate milanesi, fa di me, giovane appassionata di moda, una persona davvero fortunata.

vervemagazine

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