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Brevi racconti tra un diavolo e un soldato, l’impari sfida tra il male e l’umano

Un coreo-dramma fiabesco dalle corpose sfumature morali. Si analizza così “Brevi racconti tra un diavolo e un soldato” della coreografa Giovanna Velardi. Terzo appuntamento con la rassegna di danza contemporanea d’autore Passaggio a Sud presso il teatro Biondo.

Brevi racconti tra un diavolo e un soldato“Brevi racconti tra un diavolo e un soldato è uno spettacolo pensato per bambini e per ragazzi”- è il concetto che la coreografa Giovanna Velardi ci tiene a sottolineare. Lo scopo è perseguito per mezzo di una forma estetica fiabesca e immaginifica. Tuttavia, le viscere del coreo-dramma inglobano profonde radici morali ed in qualche misura etiche.

L’ispirazione è L’histore du soldat“, storia da lettura-recita e danza su musiche di Igor Stravinskij e libretto di Charles-Ferdinand Ramuz.  E’ la vicenda nera e travagliata di un essere umano contro il maligno supremo. Una lotta impari che l’uomo si trova miseramente a perdere. La Velardi fa una disanima di tale affascinante storia e si contrappone al suo sventurato epilogo. “La vittoria del diavolo sul soldato non riesco ad accettarla”- asserisce la coreografa. Ed è ancora tempo di battaglia tra l’umano, fragile e autentico, e il Diavolo, irrefrenabile veemente sinuoso essere del desiderio.

Si viene a delineare uno scontro senza esclusione di colpi. A livello coreutico una sostanziale lotta di forze brutali sempre opposte eppure speculari nei movimenti “a specchio”.Passaggio a Sud

Il Diavolo è espresso dalla stessa Velardi in una femminea figura addensata di vanità (Sei Bellissima di Loredana Berté) e forza. Un diavolo che vestendosi d’un abito di luci (una creazione della costumista Dora Argento) ammalia e compromette nei suoi incantesimi. Un diavolo che per mezzo di una cinghia elastica trascina il soldato nelle sue spire.

Un diavolo che vuole decidere dell’uomo delle sue qualità, del libero arbitrio e del suo stesso carattere giocando la sorte ai dadi. E’ quello stesso infido demone che ci obbliga alle fobie ingiustificate, alla vergogna, alla prostrazione, ai timori  incondizionati e al silenzio. Qualcosa che opera per svilirci.

Il soldato, da questo diavolo, è letteralmente preso a lazzo,  lapidato per mezzo dei suoi scintillanti lapilli gonfi d’aria compressa. A nulla valgono il coraBrevi racconti tra un diavolo e un soldatoggio e la prestanza fisica del soldato. Il male sembra  soffocarlo sul tavolo di un interrogatorio brutale. Il diavolo ha braccia energiche seppur disarticolate, e soutenu su tacchi vertiginosi. Impera nell’avventura come nelle realtà oniriche di Chagall.

Il diavolo però nel suo imperversare, alla fine, si troverà a soccombere.  Nel suo stesso pugno di ferro rivelerà la sua parte vulnerabile. Nelle corna luminose che dal suo capo rovinano in terra, sarà visualizzato il suo svanire nel vuoto.

Il diavolo è sconfitto quando il soldato riesce a dare alle futili pomposità del mondo un nome scevro di enfasi, lasciandosi andare a sentimenti ed emozioni vive e pulsanti. Proprio come in un favola tra le più belle, sarà liberata l’effige umana dell’amore. Il tutto su movimenti delicati e sfuggenti da romantico carillon, in musiche di RimskijKorsakovBrevi racconti tra un diavolo e un soldato

L’umanità ritrova autenticità e fiducia. Il male  si può annientare, basta volerlo. Nella realizzazione dei suoi intenti concettuali la Velardi centra l’obiettivo. Ottimo il soldato della danzatrice Simona Miraglia, con la sua fisicità multitasking all’occorrenza selvaggia, imponente, drammatica e  delicata. Di grande impatto i finimenti artistici di Valeria Guarcini e Mattia Pirandello che creano l’atmosfera  fluttuante e interattiva in video mapping.

Brevi racconti tra un diavolo e un soldato è un coreo-dramma potente e composito, con un intenso e ponderato studio alle spalle.

Lo spettacolo è stato il terzo appuntamento con la rassegna di danza contemporanea d’autore Passaggio a Sud. È andato in scena presso la sala Strehler del teatro Biondo il 18 e il 19 Maggio 2017.

 

Enrico Rosolino

Enrico Rosolino apre il suo cuore al mondo delle arti alla tenera età di 2 anni, allorquando assiste alla proiezione cinematografica del lungometraggio animato di Walt Disney, Biancaneve e i sette nani. Ha inizio così un lungo percorso di scoperta e apprendimento nel variegato e sfaccettato mondo delle arti. Da piccolissimo si appassiona alla recitazione. Negli studi pone molta enfasi e impegno nelle materie umanistiche e, dunque, sceglie un liceo Classico. Durante l'adolescenza si diletta nella lettura ed interpretazione -a voce alta- dei classici greci. A 15 anni si avvicina concretamente al mondo della danza. Prende lezioni di balletto classico per 12 anni, e ad anni alterni segue dei corsi di danza moderna e contemporanea. L'arte coreutica diviene la sua più grande passione e territorio prolifico di ricerca. Si laurea allo STAMS di Palermo, e si specializza al DAMS di Bologna. Nel capoluogo emiliano affina e porta a più completa maturazione le sue conoscenze e il suo senso estetico e critico d'ambito teatrale. Viaggia molto, visita Parigi, New York, Londra, Barcellona, Copenaghen, Boston, Atene e molte altre città del mondo godendo di un approccio diretto e sentimentale con le di loro bellezze artistiche e culturali. Vive attualmente a Palermo e coltiva moltissimi interessi nei più svariati contesti. Da giugno del 2021 è iscritto nell'elenco dei giornalisti pubblicisti presso l'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, per Verve si occuperà della rubrica dedicata al Teatro, alla cultura, e agli eventi dal vivo.

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