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Kandinskij al Museo delle Culture di Milano

Iconografia russa, fiabe popolari tedesche e un artista che non ha bisogno di presentazioni. Siamo andati a trovare Kandinskij a Milano per cercare di capire l’evoluzione della sua pittura che lo ha portato ad essere considerato il padre del movimento astrattista.

Quando si parla di astrattismo, Kandinskij è il primo nome che salta fuori. Ma, pur essendo un movimento con più di cento anni di vita, si fatica più oggi a comprenderlo che ai suoi albori,  catturati come siamo dalle immagini “facili” che ci balzano agli occhi dovunque tramite media di ogni sorta.

La mostra,  Kandinskij il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione a cura di Silvia Burini e Ada Masoero,  focalizza l’attenzione sul periodo di transizione tra una pittura figurativa e l’inizio del suo periodo astrattista. Non troverete quindi solo i quadri che lo hanno reso famoso, bensì delle prove del suo amore per l’impressionismo, e soprattutto l’origine dei temi che lo hanno caratterizzato nei primi anni, prima che fosse invitato ad insegnare decorazione muraria e teoria del colore al Bauhaus del tedesco Walter Gropius (1922), grazie a cui acquisirà uno stile più rigoroso e geometrico.

Il primo quadro considerato astrattista è un suo acquerello che lui datò 1910, anche se i critici tendono a farlo slittare di due anni.

Per l’Artista l’infanzia  è stato un serbatoio inesauribile di sensazioni che lo hanno portato a sviluppare in immagini, i temi dei cavalieri, dei draghi e degli eroi immortalati come i santi nelle stampe russe, contenuti nelle fiabe che ascoltava da bambino.

All’ ingresso, quindi, ecco accostati il suo San Giorgio e il Drago con una splendida omonima icona del cinquecento.

Kandinskij viaggiò molto in Europa entrando in contatto con i Fauvisti. Studiò Manet e Seurat. Fu colpito dai cieli rossi di Gauguin e dai ritratti verdi di Van Gogh. In lui maturò la voglia di staccarsi dalla rappresentazione degli oggetti, liberando il colore, unico veicolo di emozioni.
Teorizzò in seguito che il giallo inducesse tensione dinamica e lo associò al triangolo. Il rosso forza e passione, associato al quadrato. Il blu spiritualità, al cerchio.  Ma si spinse oltre: cercò anche una corrispondenza tra musica e colore.

Anche i titoli dei suoi lavori lo ricordano: Armonie, Improvvisazioni, Fughe. Il percorso della mostra lo sottolinea con una splendida installazione interattiva che “racconta” delle storie facendo danzare i colori dei suoi quadri mentre alcune delle sue musiche preferite vengono riprodotte in sottofondo.

Cinquanta opere sono poche per coprire tutta la sua produzione, ma sufficienti per capire quali sono stati i motivi della sua ricerca che lo ha portato ad essere considerato il padre del movimento astrattista.

Kandinskij il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione
A cura di Silvia Burini e Ada Masoero

Dal 5 marzo 2017 al 9 luglio 2017

Mudec – Museo delle Culture
Via Tortona 56, Milano

Lunedì 14.30-19.30
martedì / mercoledì
venerdì / domenica 09.30-19.30

giovedì e sabato 9.30-22.30

vervemagazine

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