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Madama Butterfly, un duello tra culture al Teatro Massimo

Con Madama Butterfly di Giacomo Puccini, nella regia di Nicola Berloffa, il teatro Massimo riprende la programmazione della stagione 2016 dopo la pausa estiva. Ed è subito un grande successo.

madama-butterfly-14Cio-Cio San, eterea fanciulla di quindici anni, vive la sommessa e lieve vita di una geisha presso il teatro Kabuki ove canta e danza. E’ una ragazza semplice, candida e devota. Tuttavia, la sua esistenza patirà le traversie, le menzogne e la brutalità del suo mesto e triste alterego, ovvero Madama Butterfly.

Su questa doppia esistenza della dolce giapponesina, il regista Nicola Berloffa, costruisce la sua sorprendente versione dell’Opera. Siamo in Giappone ,nel 1949 circa, la Seconda Guerra Mondiale si è conclusa da ormai quasi 4 anni e il mondo anela alla pace. Purtroppo, però, vizi e sopraffazioni non sembrano voler abbandonare gli esseri umani.

Cio-Cio San è innocente e come tale venduta al capriccioso desiderio dell’ufficiale di marina F.B Pinkerton. Schiavamadama-butterfly-16, amica, moglie e concubina dell’americano, ma anche legata indissolubilmente alla sua terra e alle sue millenarie tradizioni, la giovane vive delle contraddizioni di un tempo ingrato e infido e se ne fa vessillo. Ed è così che la geisha permette che americanizzino il suo nome in Madama Butterfly, appunto, ma non abbandona mai l’uso del kimono. Si lascia vendere e ad un amore puro e palpitante improvviso come fulmine a ciel sereno si abbandona totalmente nella vita, nell’attesa e nella speranza.

madama-butterfly-13All’indurla ad una morte cruenta, per mezzo dell’Harakiri, sarà ancora l’amore, non corrisposto, per lo straniero. In quell’atto estremo, però, nel suicidio usuale ad un antico Samurai, Cio-Cio San  si vedrà ricollegata definitivamente alle sue origini giapponesi, nonché assolta da ogni genere di compatimento  e restituita ad una risolutezza ed autodeterminazione individuale, fino a quel momento sopite nel cieco amore.

Pinkerton, dal canto suo, incarna l’esatto tipo del conquistatore; il colonizzatore di luoghi e l’avventuriero senza scrupoli dei corpi e dei cuori, il mentitore incallito per placido egoistico amor proprio.

Il vincitore e il vinto si muovono l’uno di fronte all’altro, sulla scena. Il momento storico che si fa privato e intimo e viene spettacolarizzato sulla scena. Due culture che si scontrano e con esse ragioni politiche, legali, morali e psicologiche (lui che contrarrà un matrimonio regolare con l’americana Kate, lei madre di un bambino che rischia di restare per sempre senza padre ).madama-butterfly-15

Il tipico teatro Kabuki, alto 11 metri e lungo 14, con le sue logge per il pubblico e il palcoscenico, adorno di scenari rosei con fioriture di ciliegio, è trasformato dapprima in luogo di mercificazione delle donne e dopo in un cinematografo. E’ stravolta la bellezza estatica ed interiore del popolo Giapponese e nello stesso tempo ne sono coinvolti gli animi in un vagheggiato fluttuare di illusorie fantasie, come in quella lunga carrellata sul finale nel film Perdutamente Tua che dai visi di Bette Davis e Paul Henreid si innalza verso fronde nodose che si stagliano nel cielo.

Ne è accentuata, altresì, l’attesa illusoria del sogno d’amore americano di Madama Butterfly, con una sequenza quanto mai poetica e onirica di stralci delle danze acquatiche di Esther Williams in cinemascope, nel soave fondale musicale del coro a bocca chiusa.

madama-butterfly-19La resa drammaturgica di una tale scrittura scenica, di volta in volta interiore e brutale, è accompagnata da una produzione di costumi (firmati da Maria Donatella Betella) dalla grande bellezza e precisione filologica in quanto a taglio e tessuti utilizzati ed è rafforzata dall’ottima esecuzione orchestrale, tintinnante e luminescente, dell’orchestra del teatro Massimo diretta, con il giusto garbato approccio, dal maestro Jader Bignamini.

Il cast di questa Madama Butterfly è altisonante e noto ma non sempre gli artisti riescono a dar il meglio di loro. Così, il tenore americano Brian Jadge nel ruolo di F.B Pinkerton, seppur con innegabili capacità attoriali, è provvisto di una timbrica poco incisiva e spesso mal gestita, quasi incapace di amalgamarsi alle altre voci in scena quando necessario.

Pericolosamente calante durante il I atto, il baritono Giovanni Meloni (ossia il console americano Sharpless) ha poi recuperato nel secondo atto con un’interpretazione vocale misurata e ben più calda e solida. madama-butterfly-

Ottima la, seppur breve, comparsa del basso Manrico Signorini nel ruolo dello zio Bonzo.

Pregiatissima l’intera performance della soprano cinese Hui He, quanto mai mimetica e realistica nella sua bella fisionomia orientale, così come nella naturalezza lieve e riverente di alcuni gesti a lei sicuramente familiari. La Hui He, che ha cantato Madama Butterfly almeno cinquecento volte nell’arco della sua carriera, ha delineato perfettamente il personaggio dmadama-butterfly-18i Cio-Cio San per mezzo di una vocalità scrupolosa e limpida nel fraseggio dei passaggi di bravura (come nella grande Aria “Un bel dì vedremo”) e allo stesso tempo capace di rara vibrante dolcezza nella malia del duetto conclusivo del I atto, così come nei momenti ancor pregni di un’aleatoria gioia che nel II atto precedono il compimento del dramma.

Al ruolo della serva Suzuki, infine, è lasciato un maggior spazio emozionale ed espressivo, allorquando la regia la elegge ad amica diletta della protagonista e la mezzosoprano Anna Malavasi ne restituisce le fattezze di un personaggio a tutto tondo per mezzo di una vocalità vivida e partecipe.

Applausi scroscianti e prolungati per la He, così come per l’intero cast, il regista e il direttore d’orchestra. Applausi calorosi non sono mancati neanche per i bravissimi ragazzi, mimi provetti e convincenti, del gruppo delle comparse.

Repliche ancora il 20,21,23,24,25 settembre 2016 presso il Teatro Massimo di Palermo.

Enrico Rosolino

Enrico Rosolino apre il suo cuore al mondo delle arti alla tenera età di 2 anni, allorquando assiste alla proiezione cinematografica del lungometraggio animato di Walt Disney, Biancaneve e i sette nani. Ha inizio così un lungo percorso di scoperta e apprendimento nel variegato e sfaccettato mondo delle arti. Da piccolissimo si appassiona alla recitazione. Negli studi pone molta enfasi e impegno nelle materie umanistiche e, dunque, sceglie un liceo Classico. Durante l'adolescenza si diletta nella lettura ed interpretazione -a voce alta- dei classici greci. A 15 anni si avvicina concretamente al mondo della danza. Prende lezioni di balletto classico per 12 anni, e ad anni alterni segue dei corsi di danza moderna e contemporanea. L'arte coreutica diviene la sua più grande passione e territorio prolifico di ricerca. Si laurea allo STAMS di Palermo, e si specializza al DAMS di Bologna. Nel capoluogo emiliano affina e porta a più completa maturazione le sue conoscenze e il suo senso estetico e critico d'ambito teatrale. Viaggia molto, visita Parigi, New York, Londra, Barcellona, Copenaghen, Boston, Atene e molte altre città del mondo godendo di un approccio diretto e sentimentale con le di loro bellezze artistiche e culturali. Vive attualmente a Palermo e coltiva moltissimi interessi nei più svariati contesti. Da giugno del 2021 è iscritto nell'elenco dei giornalisti pubblicisti presso l'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, per Verve si occuperà della rubrica dedicata al Teatro, alla cultura, e agli eventi dal vivo.

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