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Recensione: Top Cat e i gatti combinaguai

Don Gato: El inicio de la pandilla, Messico, 2015  di Andrés Coturier. Animazione

Don Gato: El Inicio de la PandillaI tempi cambiano. Una ventina d’anni fa se nel corso di una normale stagione cinematografica si contavano sette od otto cartoons (cifra ovviamente comprensiva delle allora immancabili e sempre gradite riedizioni disneyane) ci si stupiva parecchio. Adesso invece ne esce praticamente uno a settimana (e tacciamo dei film a tecnica mista e di quelli comunque destinati all’infanzia): il pubblico dei piccini comporta l’accompagnamento di uno o più adulti, l’acquisto contestuale di popcorn, dolciumi e bibite, il lancio finalizzato di trailers di opere similari. Insomma, è un vero e proprio comparto di cui i multiplex non possono più fare a meno. Per questo le case di distribuzione s’appoggiano con crescente frequenza – e nelle fasi più depresse dell’anno – a prodotti che altrimenti non guarderebbero nemmeno da lontano. Spiace dirlo, ma è il caso di questo origin movie messicano realizzato con tecnica digitale antiquata e dedicato a un amato personaggio creato da Hanna & Barbera, protagonista di una fortunata serie tv a partire dal 1961 e già trasposto – con scarsa fortuna – un lustro fa in un’altra produzione sudamericana. Esperto truffatore, Top Cat, dopo aver conosciuto il tenero e rotondo Benny, recluta altri felini e mette su una banda che finisce con il pestare i piedi al gangster Mr. Big (un coccodrillo). La trama si dipana perlopiù attraverso un lungo flashback (è l’idea migliore), però i caratteri interagiscono male con gli umani (a parte il mitico agente Dibble). Il regista Andrés Couturier doveva sforzarsi di più.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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