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Rendez-vous, atto VII

Ai Cantieri Culturali alla Zisa la nuova edizione dell’appuntamento con il cinema francese. La regista Hansen-Løve al centro della scena

Lo schermo del cinema intitolato a Vittorio De Seta, presso i Cantieri Culturali alla Zisa (via Paolo Gili 4), avrà l’onore, quest’anno, di contenere le immagini dell’ormai consueto Rendez-Vous di Palermo, l’“appuntamento” con il nuovo cinema francese giunto alla sua settima edizione. Concepito dall’Institut français (direttore locale: Éric Biagi) e dall’Ambasciata di Francia (con partner prestigiosi quali il Gruppo BNL, UniFrance e Nuovi Mecenati) e presente quasi contemporaneamente in altre importanti città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e Firenze), il mini-festival – che si terrà dal 7 al 9 aprile – aiuterà il pubblico a conoscere meglio una giovane ma già solida autrice d’oltralpe, Mia Hansen-Løve, attraverso la proiezione dei cinque lungometraggi (ovviamente in lingua originale e con sottotitoli) che ha realizzato fino a oggi. Si comincia venerdì alle 18.30 con Le père de mes enfants (Il padre dei miei figli, 2009), ispirato alla vicenda del produttore suicida Balsan, e alle 21.00 con il recentissimo L’avenir (che arriverà presto nelle nostre sale come Le cose che verranno), con l’inarrivabile Isabelle Huppert, storia della rottura tra due coniugi professori di filosofia, introdotto dalla stessa regista. Sabato sarà la volta, alle 18.30, di Un amour de jeunesse (Un amore di gioventù, 2011), sul rapporto disordinato tra due giovanissimi, e – alle 21.00 – del debutto (inedito da noi) Tout est pardonné (2007), sulle vicissitudini di una coppia in tre momenti distinti. Domenica si chiude con Eden (2014), che inquadra l’ascesa di un duo sulla scena della musica elettronica negli anni ’90. L’ingresso è gratuito, fino a esaurimento posti. Per maggiori informazioni: 091.212389 o institutfrançais.it/palermo.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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