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Grandi Sche(r)mi – Uscite al cinema del 24 gennaio 2019

Si affrontano a muso duro i personaggi dei film della settimana. Oppure s’impegnano a risolvere con l’ingegno situazioni quantomeno complicate.

C’è più d’un corpo a corpo fra le uscite al cinema. E la volontà di non soccombere agli eventi.

Per esempio, c’è la competizione al femminile tra le cortigiane Rachel Weisz ed Emma Stone per ottenere l’attenzione della regina inglese Olivia Colman (la settecentesca Anna) ne La favorita, realizzato da Yorgos Lanthimos. Lo scontro assume forme comiche in Compromessi sposi di Francesco Miccichè. L’imprenditore settentrionale Abatantuono e il sindaco meridionale Salemme, pur destestandosi cordialmente, hanno l’obiettivo comune di impedire le nozze tra i loro figli.

Ed eccoci al match vero e proprio, quello sul ring tra Michael B. Jordan e Florian Munteanu nel sequel Creed II; naturalmente è l’occasione di un nuovo confronto anche per i loro allenatori e padri, ovvero il putativo Sylvester Stallone e il biologico Dolph Lundgren. Dietro la macchina da presa Steven Caple Jr., mentre a dirigere Il mio capolavoro troviamo Gastón Duprat. Si tratta della vicenda di un’amicizia (un po’ interessata) a Buenos Aires tra un gallerista (Guillermo Francella) e un pittore (Luis Brandoni). Quando questi perde la memoria, l’altro decide di approfittarne…

Ci rituffiamo nella storia (dolorosa) con L’uomo dal cuore di ferro, dove Cédric Jimenez ci narra l’ascesa del potente gerarca nazista Heydrich (Jason Clarke), sorretto dalla moglie (Rosamund Pike) e combattuto da un gruppetto di coraggiosi paracadutisti cecoslovacchi guidati da Jack O’Connell e Jack Reynor. Nel cast Mia Wasikowska. Clima comunque drammatico in Se la strada potesse parlare di Barry Jenkins: nei 70s l’amore tra KiKi Layne e Stephan James è ostacolato dall’ingiustificata incarcerazione del ragazzo. Ma i due non sono soli. Infine, la leggerezza di Jennifer Lopez, la quale in Ricomincio da me (di Peter Segal) soffre per una mancata promozione; un finto curriculum, in rete a sua insaputa, le procura una prestigiosa assunzione.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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