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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 5 novembre 2015

freeheldScontri a tutti i livelli al cinema. Certo, sono conflitti sfaccettati…

Se in Freeheld – Amore, giustizia, uguaglianza, con Julianne Moore ed Ellen Page più Shannon e Carell diretti da Peter Sollett, si racconta di una battaglia legale (vera) per una pensione di reversibilità negata alla compagna di una detective molto malata, 45 anni di Andrew Haigh inquadra la competizione impalpabile tra Charlotte Rampling e la prima fiamma di suo marito Tom Courtenay, dispersa in montagna tanto tempo prima e ora rinvenuta ibernata in coincidenza con l’anniversario della coppia. Fischiano pallottole nella nuova avventura di 007 (sempre Daniel Craig) Spectre, in cui la spia deve decifrare un messaggio sul suo passato (nella pellicola di Sam Mendes, oltre agli ugualmente riconfermati Fiennes, Harris e Whishaw, troviamo Waltz, Bellucci e Seydoux); ma non è che Bill Murray nella commedia – ispirata a una vicenda accaduta – di Barry Levinson (con Kate Hudson e Bruce Willis) Rock the Kasbah se la passi meglio: manager musicale squattrinato al seguito del suo ormai unico cliente nella turbolenta Kabul, inaspettatamente scopre lì un giovane talento. La coraggiosa ragazza pakistana Malala, Nobel per l’impegno per l’istruzione femminile nei Paesi asiatici, è invece il soggetto del ritratto “dal vivo” di Davis Guggenheim. Rischi diversi (siamo di nuovo nella finzione) per Elio Germano e Astrid Bergès-Frisbey in Alaska di Claudio Cupellini: innamoratisi a Parigi, dove lui fa il cameriere, cercano di realizzare un complicato progetto imprenditoriale. Malgorzata Szumowska in Corpi narra un problema diverso: l’anoressia di Justyna Suwala, osservata con preoccupazione dal padre, il coroner Janusz Gajos, e dalla sua psicologa Maja Ostaszewska. Responsabilità d’altro genere per Steve Martino: portare sullo schermo in digitale le gesta del timido Charlie Brown in Snoopy & Friends – Il film dei Peanuts.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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