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Quando il Musical passa lo stretto, un entusiasmante Flashdance al Teatro Al Massimo

Due sole date (15 e 16 dicembre 2018), purtroppo, per uno spettacolo emozionate, elettrizzante e totalmente soddisfacente. Il musical Flashdance, nella grande produzione firmata Stage Entertainment con la regia di Chiara Noschese, attraversa lo stretto (grazie a Giuseppe Rapisarda Management) e sbarca sul palcoscenico del teatro Al Massimo.

flashdance È il giovanissimo fratello teatrale del celeberrimo film del 1983, un titolo conosciutissimo e unanimemente apprezzato. È Flashdance. Non solo un musical, completo, denso di energia ed emozione. Ma anche uno spettacolo che parla, senza errori, il linguaggio della danza. Ed il riuscito risultato d’un adattamento, tutto intessuto sulla regia di Chiara Noschese, nonché la summa di un ricco e talentoso cast. Ed uno spettacolo social, che permette ai suoi spettatori di scattare foto e girare video che una volta postate sulla rete ne faranno materia virale di curiosità, inducendo la fruizione dal vivo.

E’ uno spettacolo frizzante, a tratti davvero esaltante. Una chicca dello spettacolo dal vivo che, dopo aver debuttato al teatro Nazionale CheBanca! di Milano nel Flashdance2017, in tournée per l’Italia ha finalmente toccato la nostra regione. Stupisce che la sala del Teatro Al Massimo di Palermo non abbia registrato un tutto esaurito. Ma, ahi noi, il musical continua a esser spauracchio di pregiudizi intellettualoidi che lo vogliono arte inversamente proporzionale all’Opera. Così poi non è;  e questo Flashdance, del Musical tiene a mostrare il meglio. Sfodera le sue armi.

Che spettacolo! Esattamente ciò che ci si potrebbe attendere, con qualcosa in più. Innanzitutto la protagonista, Alexandra, impersonata dalla fulminea, leggiadra e solare, cantante attrice e ballerina Valeria Belleudi.

FlashdanceUn’artista a tutto tondo, generazione Amici di Maria De Filippi 2004/2005, quando il talent show di canale 5 sfornava ancora artisti da collocare nel musical che sempre più prendeva piede. Capelli ricci neri e ribelli, come la Beals attrice del film, la Belleudi porta in scena una Alex che non è però la pedissequa copia vista sul grande schermo. Meno seriosa  dell’originale la Alexandra in scena è, invece, una giovane donna che sin da subito sprizza speranza e desiderio inarrestabile di realizzazione. Bando ai dubbi, la sua strada è la danza. La protagonista è quasi sempre in scena. Il suo lavoro d’interpretazione, di canto, di ballo è instancabile e continuo, per questa ragione ancor più encomiabile. Ottima, flessuosa, leggiadra, piroettante, aerea, scattante, sensuale nelle coreografie efficaci e di spessore firmate dal coreografo Marco Bebbu, così come in quelle emule riprese dal film.

Tra i brani appositamente composti per il musical, interpretati dalla voce fresca e squillante della Belleudi, spiccano la cavatina pop alla seconda scena (ove la giovane racconta della sua vita passata e presente e del suo sogno di divenire ballerina), il duetto affiatato e tenero con l’anziana amica ballerina classica Hannah Campanelli “Ancora una Chance” ed il duetto d’amore con il galante corteggiatore Nick Harley. Quest’ultimo brano parecchio sanremese nella linea melodica ma decisamente piacevole e orecchiabile nell’armonizzare le due voci in scena.Flashdance

Una vera ed indiscutibile Vedette della ribalta, questa giovane Valeria Belleudi. Ammirabile per compenetrazione  ritmica e d’atteggiamento nelle coreografie d’ensemble, luminosa e impetuosa in quanto a mimica e tecnica modern jazz nelle coreografie d’assolo. La recitazione invece è ben cadenzata a seconda delle situazioni narrate, di volta in volta conviviale, spensierata, coraggiosa, romantica, dolce, delusa, arrabbiata, determinata e gioiosa. In poche parole, comunicativa!

Ad accompagnare Valeria Belleudi un cast di tutto rispetto, artisticamente poliedrico pronto e presente, coeso, fastoso ed espressivo.

Nel ruolo di Nick Hurley, padrone della Fabbrica dove lavora Alex e poi suo innamorato e mecenate, l’attore e cantante Lorenzo Tognocchi. Fisicità imponente e cantante di grande abilità. Tognocchi è provvisto di una voce pregevole e fa buon uso di fiati lunghi su cui tiene note alte e virili, come note ben più basFlashdancese lievi e flautate. Occhi sognanti da innamorato ed utopista e quel fare responsabile da uomo in carriera, Tognocchi risulta parecchio credibile. Tra le sue performance in scena, la più incalzante e galvanizzante quella tutta al maschile ove si trova a cantare, lui padrone insieme ai suoi operai, di giustizia e uguaglianza sociale “Ci sarà giustizia in questo mondo”.

E poi ancora la cameriera Gloria, migliore amica di Alex, nell’interpretazione della caratterista Elisa Lombardi. In questa versione teatrale oca giuliva per il bisogno di celare, nel recondito del proprio cuore, il dramma personale di un’esistenza all’apparenza vuota e professionalmente insoddisfacente. La sua tremula Gloria”, nella versione nostrana di Umberto Tozzi, farà da sfondo ceruleo e afflitto alla sua imperversante melanconia.

A contendersi Gloria, due personaggi in palese antitesi. I due bellissimi della produzione, Michael Altieri il demoniaco C.C e Flavio Julio Andrés Gismondi l’angelico Jimmy.

C.C-Altieri, fisico scultoreo, impeccabile capello bruno, pantalone e giacca di pelle nera, camicia aperta sul petto, polsiera di pelle borchiata e voce possente, a tratti rovente. Nelle scene dentro il locale a luci rosse di C.C, tra  PVC e maschere, si respira un’atmosfera da Crazy Horse parigino.Flashdance

Jimmy-Andrés Gismondi, il cuoco aspirante comico, è invece un ragazzo spiritoso, viso d’angelo, occhi azzurri, capelli biondi ed un sorriso delicato. Fisicità slanciata su una personalità buffa, Andrés Gismondi sfodera una vocalità limpida e sonora. Ed il suo personaggio monello ben si integra con il gruppetto di ballerine del locale da Harry in coreografie stile Broadway, con tanto di boa fosforescenti, e gag. Jimmy è un sognatore, che partito alla ricerca della ribalta, tornerà a coronare un sogno ben più autentico, quello d’amore con la sua Gloria. Un Happy Ending che rigenera l’originale gravità del film (che vedeva in quel caso Ritchie partire per sempre per Los Angeles).

Chiude il cast Altea Russo, nel ruolo dell’anziana insegnate di danza Classica Hannah, amica  e consigliera artistica di Alex.

FlashdanceHannah Campanelli, nome che evoca balletti ed operette, anziana ballerina in pensione s’incarna bene nella corporatura longilinea di Altea Russo. Rosea, severa, a tratti smemorata, ma sempre incalzante nel convincere Alex delle sue possibilità. Hannah è una sorta di fata madrina artistica, ben più attiva che nel film. Altea Russo assimila alle movenze aggraziate della ballerina classica la rigidezza acciaccata della vecchiaia, per un risultato  realistico ma anche farsesco.

Ad accompagnare la signora Campanelli, l’infermiera russa Louise, Lorena Crepaldi. Personaggio nuovo nel plot ma utilissimo al conforto umano di Alex alla morte di Hannah. Tutti ricorderanno  la tremenda freddezza che regnava nel film, allorquando la notizia del decesso dell’anziana ballerina  giungeva ad Alex da una sconosciuta vicina di casa, intenta a svuotarne l’abitazione. Ebbene, qui è superato da un appiglio sensibile e solidale.

Funzionali le scenografie che, pur costrette sul non grandissimo palco del teatro Al Massimo, per mezzo di una intelligente struttura in ferro divisa in soppalchi, ponti e angoli d’ambiente collegati da scalinate semoventi,  sopperiscono bene alla messa in scena dei differenti luoghi d’azione.

Flashdance

Alle proiezioni su quinte rigide, scomponibili e a scomparsa, erano affidati esterni oleografici (per lo più di mero passaggio), la pervasività del ricordo di Hannah (dopo la sua morte) nonché l’amplificazione di alcuni numeri di danza, uno su tutti Maniac (con l’omaggio alle omonime  popolari scene del film).

All’uopo “Maniac”, il celebre pezzo di Michael Sembello si presenta sul palcoscenico con una Alex travolgente, in body nero, fascia per i capelli e scaldamuscoli, nella sua routine di riscaldamento: con la corsa sfrenata sul posto, i grand battement delle gambe tese al cielo ed il corpo piegato a ponte. Alex una e trina (è affiancata da due ballerine tali a lei), si espande nella sua passione inarrestabile per la danza. Immancabile a fine numero, la cascata d’acqua sul corpo della danzatrice, sinuoso sulla sedia da performance.

Dal riscaldamento casalingo all’esibizione pubblica, in una furba soluzione di continuità ennesimo vanto di questo spettacolo.

Non ci sono interruzioni brusche traFlashdance un accadimento e l’altro. Non tempi morti. Grazie all’estro di Chiara Noschese, che ha fatto corrispondere alle tecniche di montaggio, proprie dei film, astuti meccanismi di intreccio. Questi hanno contribuito a conferire consequenzialità e logica alla trama.  Il ritmo del musical è invece serrato e sostenuto.

Degno di nota, l’intero corpo di ballo! Poliedrico negli stili di danza affrontati, dalla classica al funky alle prime forme di breakdance. Fenomenali tutte le voci in scena, una tra tutte Ilaria De Rosa, la ballerina Kiki. La De Rosa è l’esecutrice eccellente, dalla vocalità poderosa su un registro caldo e pieno, della hit “Manhunt” (nella sua rigorosa versione originale). Così come balza agli occhi la I Love Rock’n’Roll” nella performance fiera e libidinosa, chitarra elettrica come uno scettro, della riccia Rossella Contu nel ruolo di Tess.Flashdance

Magia del musical, dove ogni cosa dev’essere illuminata, sorprendente e deve poter volgere al meglio. Una cifra stilistica che è quasi impossibile disdegnare, perché questo genere di teatro deve assolutamente dare ali per spiccare il volo.

Così Alex, sulle note della indimenticabile “What a Feeling” by Giorgio Moroder e Irene Cara, nella coreografia folgorante dell’audizione presso  l’accademia di ballo di Pittsburgh, in buona parte identica all’originale. La trascinante esecuzione live della hit rimarca il momento brillante e corroborante della protagonista.Flashdance

Quello stesso assolo coreutico  fa volare l’intero pubblico, lo fa applaudire a tempo di musica e tributare ovazioni a scena aperta. Per Flashdance  è il trionfo negli occhi degli astanti, nonché nei loro entusiastici commenti. Un apprezzamento  unanime che, ci si augura, convinca i tour manager siciliani a portare più musical nell’isola.

 

 

 

 

 

 

 

 

Enrico Rosolino

Enrico Rosolino apre il suo cuore al mondo delle arti alla tenera età di 2 anni, allorquando assiste alla proiezione cinematografica del lungometraggio animato di Walt Disney, Biancaneve e i sette nani. Ha inizio così un lungo percorso di scoperta e apprendimento nel variegato e sfaccettato mondo delle arti. Da piccolissimo si appassiona alla recitazione. Negli studi pone molta enfasi e impegno nelle materie umanistiche e, dunque, sceglie un liceo Classico. Durante l'adolescenza si diletta nella lettura ed interpretazione -a voce alta- dei classici greci. A 15 anni si avvicina concretamente al mondo della danza. Prende lezioni di balletto classico per 12 anni, e ad anni alterni segue dei corsi di danza moderna e contemporanea. L'arte coreutica diviene la sua più grande passione e territorio prolifico di ricerca. Si laurea allo STAMS di Palermo, e si specializza al DAMS di Bologna. Nel capoluogo emiliano affina e porta a più completa maturazione le sue conoscenze e il suo senso estetico e critico d'ambito teatrale. Viaggia molto, visita Parigi, New York, Londra, Barcellona, Copenaghen, Boston, Atene e molte altre città del mondo godendo di un approccio diretto e sentimentale con le di loro bellezze artistiche e culturali. Vive attualmente a Palermo e coltiva moltissimi interessi nei più svariati contesti. Da giugno del 2021 è iscritto nell'elenco dei giornalisti pubblicisti presso l'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, per Verve si occuperà della rubrica dedicata al Teatro, alla cultura, e agli eventi dal vivo.

1 Commento

  1. Più che altro un Gismondi-Jimmy
    XD

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