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Plaid e check, simili ma non uguali. A lezione di Storia della moda con Verve

Verve vi porta a lezione di Storia della moda. Vi siete mai chiesti quali siano le differenze tra stampa plaid e check ? Ve lo spiega la nostra esperta

Gli appassionati di moda non si saranno fatti sfuggire una tendenza che, già da alcuni anni, spopola in passerella e nello street style: stiamo parlando delle stampe a quadri. Oggi si tende ad usare i termini plaid e check (a quadri per l’appunto)  come sinonimi ma in realtà ci sono delle differenze che li distinguono.

I punti in comune di plaid e check :

  • sono le geometrie più diffuse e versatili nel mondo impiegate sia nella moda che nell’interior design
  •  sono entrambi costituiti da strisce orizzontali e verticali che s’intersecano creando una griglia

Il tartan è un tessuto costituito da più bande orizzontali e verticali colorate incrociate. Il disegno delle strisce verticali è duplicato esattamente sull’asse orizzontale. Quando i diversi colori si sovrappongono si ha l’ impressione che si creino nuovi colori.

Il più antico tessuto tartan conosciuto risale a 3.000 anni fa. Con il tartan si realizzavano i kilt e i plaid rappresentativi di ciascun clan scozzese. Ogni clan aveva un suo proprio tipo di quadro e colore. Tutt’oggi  i kilt e i plaid vengono usati nelle riunioni ufficiali e nelle importanti cerimonie in Scozia, in Canada e in tutti quei paesi che vantano la stessa tradizione, anche se quando si parla di tartan normalmente si pensa solo e sempre alla Scozia, luogo di origine.

Plaid deriva dalla parola gaelica Plaide, cioè coperta

Il plaid era un tipo di indumento indossato dagli scozzesi per proteggerli da inverni freddi costituito dallo stesso tessuto del kilt cioè il tartan.

Normalmente lo schema era quello rappresentativo del proprio clan esattamente come per il kilt . Questo abito di lana detto  per l ‘appunto “grande kilt” veniva indossato intorno alla vita e poi drappeggiato sopra la spalla sinistra.

Tra gli schemi tartan più  famosi c’ è il  Black Watch e il Royal Stewart. Spesso, lo stesso clan aveva due diversi tipi di tartan, uno per la caccia e uno per le occasioni speciali.

Oggi ai motivi e colori tradizionali scozzesi, simbolo delle diverse famiglie, si sono aggiunti nuovi tipi di schemi  che non appartengono a nessun clan, in cui la striscia verticale non deve necessariamente corrispondere al modello di quella orizzontale.

Check, la versione semplificata del Tartan

Più semplice del tartan. Generalmente costituito da due colori alternati, ma non sempre. I modelli a scacchi sono simmetrici, costituiti da linee orizzontali e verticali incrociate che formano quadrati uguali. Tra i più famosi schemi check ci sono il Gingham, il Windowpane e il Buffalo.

Origini del Plaid e Check e personaggi cinematografici e reali che lo hanno reso un’ icona

Nato nel terzo secolo dopo Cristo, è sempre stato legato alle più antiche famiglie delle Highlands della Scozia, colonizzate dai celti.

I Plaid e Check cinematografici più famosi sono Braveheart, Rob Roy, e Highlander.

Rilanciati in epoca vittoriana dagli inglesi che se ne appropriano, diventano simbolo dell’aristocrazia anglosassone e da simbolo di fierezza e lotta per l’ indipendenza, diventano simbolo d’élite, di quell’élite che invase e privò la Scozia della libertà.

Dopo anni di silenzio, Tartan Plaid e Check ricompaiono nel 1966 nell’abito in crepe di Chloé su Vogue Francia.

Nell’Inghilterra di fine anni 60, allora più eccentrica e attiva, il Tartan riempie alcuni abiti diventando sinonimo di un certo dandismo al quale aderirono giovanotti borghesi che non avendo nulla di meglio da fare giocavano ad emulare i veri dandy come Oscar Wilde, Aubrey Beardsley o i poeti maledetti a Parigi. Unici punti comuni: droghe, alcool e vita sregolata.

Ben diversa la situazione dei veri dandy che per affermare le proprie idee non se la passavano certo bene e di solito morivano di stenti o di pena di morte e le cui opere divenivano celebri solo a posteriori.

Traghettando verso gli anni ’70 il Tartan fu applicato su linee più maschili introducendo, oltre al rosso, i verdi e gialli, blu e viola. I cappotti diventano over rimanendo pur sempre simbolo della classe privilegiata.

Ecco perché negli anni ’70 viene recuperato dalla moda Punk, che se ne appropria proprio perché simbolo di una cerchia di privilegiati. Lo trasforma in simbolo di protesta sociale e speciale. Per far questo è stato importantissimo l’intervento di Vivienne Westwood. Lei riuscì ad unire Tartan tipicamente britannici, giacche di pelle decorate a spray, scarpe da basket o anfibi, catene, collari con punte metalliche e borchie di ogni tipo.

tartan plaid e checkIl Tartan diventa rock. Esempi celebri sono i tailleur scozzesi e i molti Check rossi indossati da Rotten dei Sex Pistols, il cappotto scozzese di Ian Anderson dei Jethro Tull.

Il Tartan rimane in auge per tutti i primi anni Ottanta in varie varianti. Scozzese associato al punk, con zip e catenelle, versione college a rappresentare le “cattive ragazze”. I più famosi cantanti di questo periodo ad indossare i mitici quadri sono Boy George e Cindy Laupeer.

Negli anni ’80 i quadri vengono riportati su lana, mentre negli ’90 il Tartan assume un carattere grounge di cui i massimi rappresentati sono Kurt Cobain e Eddie Vedder  rispettivamente leaders dei Nirvana e Pearl Jam. Cinematograficamente abbiamo Matt Dillon nel film Singles, pellicola cult ambientata a Seattle.

Ma passando alla moda degli anni ’90 Paul Smith, lo elabora nella forma british, colto e upper class.  Gaultier con i suoi abiti strizzati in vita e gonne ampie al ginocchio, Comme des Garcons  che sperimenta la giacca con tre diversi sfondi per lo stesso check passando per La Maison Martin Margiela , Jil Sander fino ad arrivare a  Burberry e il suo trench che proprio negli anni ’90 rinnova il suo modello, stampando il motivo della fodera, direttamente sul trench.

Il tartan nel nuovo millennio

Madonna nel 2001 indossa ad un suo concerto  una mini in tessuto Tartan, e poi si sposa con Guy Ritchie in Scozia, tartan plaid e checka dicembre, ricevendo in omaggio un nuovo tipo di Tartan in tessuto blu, giallo, bianco e viola, chiamato Romantic Scotland. Il quadrettone finisce sui cappotti, sui pantaloni e sui berreti, sui collant e sulle borse. I quadri colorati vengono abbinati al maculato, al fiorato, all’optical, al rigato.

Malgrado stilisti come DKNY, Issey Miyake, Dolce & Gabbana nel 2008/2009 e poi Burberry nel 2012 renderanno omaggio al country scozzese,  l’ unico che ne ha catturato la vera essenza è  Alexander McQueen con la collezione del 2006 dal titolo “Widows of Culloden”, in cui rivisita ed abbina il Tartan a tulle e pizzo per delle eroine ancestrali e piumate, con il capo adorno di copricapi alati a rappresentare divinità silvestri. Si parla non più di moda ma di arte. Sarà  lo stesso stilista  inglese di origini scozzesi – origini che sentiva fin nel profondo – ad affermare più volte che quando si vive in un isola bisogna gridare più forte per farsi sentire.

E questa collezione è un urlo selvaggio e poetico che rimarrà impresso a calce per sempre.

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vervemagazine

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