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Uscite al cinema del 21 marzo 2019

Settimana cinematografica affollatissima, tra patologie che si vincono con l’amore o l’amicizia e rabbia o ambizioni da ammortizzare. Fatevi sotto!

Romanticismi, memorie, fissazioni, malattie. Sono i temi delle uscite al cinema.

Valerio Mieli guida Marinelli e Caridi, coppia con percezioni variabili in Ricordi? Pure Haley Lu Richardson e Cole Sprouse in A un metro da te (di Justin Baldoni) si amano, divisi dalla fibrosi cistica. Invece il triste Nolte, colpito da Alzheimer in Un viaggio indimenticabile di Til Schweiger, trasloca da figlio e nuora (Dillon e Mortimer), trovando aiuto nella nipote. Analogamente Carolina Raspanti, cioè Dafne nel film di Federico Bondi, in barba alla Sindrome di Down sorregge il mesto padre.

Ulteriore coppia (Knightley/Clarke) si trasferisce nella Amburgo del ’46 da ricostruire, in una casa ancora abitata dal proprietario Alexander Skarsgård ne La conseguenza di James Kent. Parlando di coniugi, citiamo Wahlberg e Byrne, che in Instant Family di Sean Anders affrontano una triplice adozione, mentre a coloro che si spostano aggiungiamo il meccanico egoista Aldo che in Scappo a casa (di Enrico Lando) subisce un meritato contrappasso.

Altra situazione cupa per Gibson ne Il professore e il pazzo (di P.B. Shemran), che a fine ’800 redige un dizionario con il folle criminale Penn. In quanto a misfatti, a parte quelli puniti da Jennifer Garner (che, dopo aver visto perire i suoi cari per mano di spacciatori poi prosciolti, reagisce) in Peppermint – L’angelo della vendetta di Pierre Morel e mostrati da Mike Leigh in Peterloo (con Rory Kinnear), rievocante la sanguinosa repressione britannica d’inizio XIX secolo, e Barbet Schroeder nel doc Il venerabile W. (sui precetti razzisti d’un guru birmano), alcuni adombrano il giudice Nero in lotta con la camorra in Ed è subito sera di Claudio Insegno, e il cronista Esposito che ne L’eroe di Cristiano Anania segue un rapimento. Rinfrancante, perciò, l’amicizia tra le giovani Maria Chiara Di Mitri e Aurora Ruffino ne La mia seconda volta di Alberto Gelpi.

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Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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