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Coronavirus e psicosi, i consigli della psicoterapeuta

Come gestire emozioni e preoccupazioni in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo?La psicoterapeuta Diletta D’Arpa ci da alcuni consigli utili per sopravvivere all’isolamento forzato da Coronavirus

Ansia, angoscia, attacchi di panico sono solo alcune delle conseguenze che questo lock-down, causa Coronavirus, sta creando. Le nostre vite, nel giro di poco tempo, sono state letteralmente stravolte. Ogni giorno è una grande sfida, una lotta contro noi stessi. Ci sentiamo spaesati, diversi, arrabbiati. Il nostro umore è un turbine di sentimenti e le nostre priorità sono mutate.

diletta d'arpa

La psicoterapeuta Diletta D’Arpa

Sono tante le domande e le incertezze che per ora assillano il nostro vivere e, pertanto, abbiamo chiesto alcuni consigli utili ad un esperto, una psicoterapeuta per la precisione, la dottoressa Diletta D’Arpa.

Dottoressa, com’è possibile, secondo lei, affrontare al meglio questa quarantena da coronavirus tra angoscia e psicosi?

Chiariamo innanzitutto la differenza tra l’ansia fisiologica e quella che invece assume i connotati della patologia.

La differenza tra angoscia fisiologica e patologica è infatti di natura quantitativa: è utile cioè chiedersi se e in che misura la paura relativa all’attuale emergenza sanitaria stia compromettendo la qualità della vita.

In questo momento particolare è importante sottolineare come reazioni di ansia siano assolutamente normali, essendo per altro utili al mantenimento di comportamenti prudenziali come lavarsi più accuratamente le mani, usare dispositivi di protezione, limitare i contatti con gli altri.

Tuttavia, per stabilire se si stia vivendo un’ansia patologica è utile chiedersi quanto la propria quotidianità sia compromessa:
  • Rimugino sulla possibilità di contagio da coronavirus?
  • Ho importanti alterazioni del sonno e/o dell’alimentazione?
  • Eccedo con i comportamenti protettivi (lavarsi continuamente le mani anche quando si è in casa per esempio)?
  • Focalizzo l’attenzione sui sintomi corporei per cogliere eventuali segni di contagio?
  • Avverto un calo di desiderio sessuale?

Se ci si riconosce in questi atteggiamenti, è importante ridurre il tempo impegnato ad aggiornarsi sul coronavirus, una o due volte al giorno, perché l’unico risultato sarebbe quello di sovra rappresentare nella nostra mente il timore del contagio.

È inoltre fondamentale mantenere delle routine, cercando di differenziare i giorni feriali dal fine settimana. Alzarsi sempre alla stessa ora, lavarsi e vestirsi anche se si deve rimanere in casa. Utile l’esercizio fisico, che può alzare il tono dell’umore grazie alla produzione di endorfine.

Non è utile fare eccessivo rifornimento di cibo, in quanto i supermercati vengono regolarmente riforniti. Fare il contrario, può paradossalmente innalzare la sensazione di minaccia relativa alla situazione che stiamo vivendo.

coronavirusLa costrizione a casa poi comporta il trascorrere un numero di ore maggiore del solito con i propri familiari, partner o coinquilini, situazione che, anche nelle relazioni più idilliache, può creare momenti di tensione. Il suggerimento è di provare ad essere più tolleranti verso eventuali sbalzi di umore o scatti di nervosismo, attribuendoli al difficile momento che stiamo vivendo. Inoltre, se ci si rende conto di provare una forte rabbia nei confronti dell’altro è bene sospendere la discussione per riprenderla quando ci si sarà calmati, al fine di evitare una escalation dell’aggressività che sarebbe del tutto controproducente.

Se si prova angoscia o ci si sente tristi, è importante condividere queste emozioni con chi ci sta vicino: spesso capita, soprattutto agli uomini, di reprimere la manifestazione di emozioni come ansia e tristezza nel convincimento che ciò significhi essere deboli o incapaci. Non è così: siamo esseri umani e se le emozioni negative non avessero un’utilità, la natura che è intelligente le avrebbe eliminate o modificate come ha fatto, ad esempio con la dentatura.

Isolamento forzato anche per coloro che sono particolarmente vulnerabili o soffrono già di malattie psichiatriche. Come possiamo rendere meno traumatico il loro distacco dalla società?

A tal proposito mi soffermerei sugli anziani, in particolare quelli che vivono da soli, per i quali può spesso venir meno anche il conforto offerto dalla tecnologia. Non tutti gli anziani sanno o possono utilizzare strumenti tecnologici, con la conseguenza di percepirsi più soli. Si aggiunga che, stando alle statistiche, la popolazione anziana è la più esposta ai rischi dell’infezione da COVID-19, ciò potendo ulteriormente contribuire allo sviluppo di sintomi d’ansia. È ancora più importante il sostegno dei familiari: aumentando il numero dei contatti telefonici giornalieri, occupandosi di acquisti di generi alimentari e giornali se loro non possono farlo, facendo progetti per il futuro o ricordando loro aneddoti passati: in questo modo gli si trasmetterà il valore della loro presenza nel passato e nel futuro, ciò potendoli aiutare a tollerare con maggiore serenità questo periodo di isolamento.

Discorso a parte va fatto per chi già prima soffriva di una patologia psichiatrica o di problematiche di natura psicologica. Per chi avesse già intrapreso un percorso di cura è importante la non interruzione dello stesso: gli psicoterapeuti si sono attrezzati per poter continuare a seguire i propri pazienti in modalità a distanza, tramite Skype o video chiamate, garantendo quella continuità fondamentale per una psicoterapia efficace in un periodo in cui certi sintomi, specie fobico-ansiosi, possono avere una recrudescenza.

Chi segue una terapia farmacologica deve assolutamente evitare di apportare cambiamenti alla posologia, come aumentare  il dosaggio di un farmaco nella speranza  che abbia effetti maggiori. Il mio consiglio è dunque di parlare con il proprio psicoterapeuta e concordare con lui strategie di fronteggiamento di eventuali recrudescenze sintomatologiche.

Per non parlare dei minori. Lei che è madre di due bambine sa benissimo cosa significa. Come possiamo allora rendere più divertente e formativo questo periodo anche per loro?

I bambini vanno informati, con un linguaggio adatto alla loro età, rispetto a ciò che sta accadendo. Dire bugie non è coronavirusmai una scelta adeguata, anche perché i bambini percepiscono l’angoscia dei genitori e non ricevere spiegazioni chiare può confonderli ed avere effetti peggiori di un tentativo di rassicurazione basato sulla menzogna.

Può essere utile con i più piccoli inserire le spiegazioni all’interno di una storia o di un gioco, in modo si percepisca un maggiore senso di controllo con diminuzione dell’ansia. Come detto per gli adulti, anche per i bambini e i ragazzi è importante che vengano mantenute delle routine, che si cadenzino i tempi dedicati al riposo, ai pasti, allo studio e allo svago.

La quarantena da coronavirus può inoltre essere una buona occasione per trascorrere più tempo con i propri figli, inventando dei giochi da fare insieme o coinvolgendoli in attività come cucinare, cercando di limitare l’uso di smartphone e Tablet, magari incoraggiando alla lettura di libri. Ricordiamo che noi siamo il primo esempio: non posso dire alle mie figlie di leggere un libro, se io per prima passo tutta la giornata al cellulare!

Dicono di rimanere a casa, ma c’è chi in casa ha il proprio aguzzino. Non osiamo immaginare cosa stiano passando tutti quei soggetti vittime di violenza domestica. Cosa si può fare a riguardo? Esiste un “numero amico” che li possa concretamente aiutare?

Il tema della violenza domestica, sempre drammatico, lo è ancora di più in questo momento. Spesso leggiamo sulle testate giornalistiche che si tratti di drammi “da convivenza forzata”: non sono d’accordo.

La causa scatenante non è quella della convivenza forzata, ma dinamiche nel rapporto di coppia patologiche già da prima dell’emergenza sanitaria. Le misure imposte dall’emergenza possono piuttosto rendere più complicato chiedere aiuto, essendo le vittime costrette a casa col proprio aguzzino, oppure incrementare episodi di violenza scatenati da fattori di stress che possono essere legati alla reclusione forzata.

In questi casi può essere utile approfittare di un momento in cui il partner sia fuori casa per la spesa o l’acquisto di farmaci, oppure prendere queste come scuse per uscire e chiedere aiuto.

In caso di emergenza non esitare a chiamare tempestivamente le forze dell’ordine. E’ possibile contattare il numero gratuito 1522, attivo grazie al Dipartimento per le Pari Opportunità, ogni giorno 24 ore su 24, disponibile in 5 lingue (italiano, inglese, arabo, spagnolo e francese) con garanzia di anonimato oppure consultare il sito www.direcontrolaviolenza.it per localizzare il servizio più vicino.

Infine, in questo particolare momento storico un ruolo determinante lo stanno ricoprendo i social network e i media. Come possiamo tutelarci dalle centinaia di informazioni, spesso anche errate, che ogni giorno confondono e occupano la nostra mente?

Come in tutti gli altri momenti: internet se usato bene diventa una grande risorsa, ma la mole di informazioni disponibili e la possibilità per chiunque di dar voce alle proprie opinioni aumenta il rischio di esporsi ad informazioni false.

coronavirusQualche utile suggerimento per riconoscere le fake news: fare attenzione alle fonti di provenienza che spesso usano nomi di testate giornalistiche affidabili ma apportando minime modifiche nell’url (per es. la refubblica invece di la repubblica); fare attenzione a titoli eccessivamente drammatici o pieni di punti esclamativi; verificare se una notizia che desta panico o scalpore è riportata da più fonti attendibili, diversamente dubitare; evitare di condividere sui social network notizie della cui veridicità non si è certi: il rischio sarebbe quello di fomentare la spirale del panico.

 

Vale comunque il consiglio dato in precedenza: limitare l’acquisizione di informazione a pochi momenti della giornata.

Valentina Vadalà

Dottoressa in giurisprudenza, appassionata di legge e di moda, sono una persona determinata, ambiziosa e caparbia. Sono una romantica, innamorata dell'amore in tutte le sue forme. Amo i colpi di scena e gli imprevisti, quelli belli che ti cambiano la vita. Su Verve mi occupero' di moda. Vi parlero' delle tendenze del momento, di colori brillanti e abiti mozzafiato. Vi portero’ alle sfilate piu’ cool, ai cocktail piu’ chic e sulle croisette piu’ fashion del 2000. Il mio dicktat? "Fate della vita un'opera d'arte".

1 Commento

  1. Veramente chiarissime e di estrema importanza queste linee-guida comportamentali della psicoterapeuta d.ssa D’Arpa

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