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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 17 novembre 2016

animali_notturniSettimana “marchiata” dall’avventura, all’occorrenza drammatica. Specifichiamo qui di seguito.

Cominciamo da due film… bestiali: Animali notturni e Animali fantastici e dove trovarli. Il primo è firmato da Tom Ford e si avvale di Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Michael Shannon e Aaron Taylor-Johnson; la trama riguarda la lettura di un inquietante manoscritto che un uomo invia all’ex-moglie. Nel secondo, diretto da David Yates, tornano le atmosfere magiche della Rowling (con un’ambientazione più rétro), con Eddie Redmayne che a New York perde alcune delle strane creature raccolte per il mondo (nel cast Katherine Waterston, Dan Fogler e Colin Farrell). Restiamo oltreoceano con Ti amo presidente di Richard Tanne, sull’incontro fra gli Obama (che hanno i volti di Parker Sawyers e Tika Sumpter), mentre il cartoon digitale Bianca & Grey e la pozione magica di Maxim Volkov e Andrey Galat (su un lupo candidato a diventare capobranco trasformato in ariete) batte bandiera russa. Ci sono poi due titoli europei diversissimi: il franco-polacco Agnus Dei di Anne Fontaine (con la crocerossina missionaria Lou de Laâge alle prese con delle suore rimaste incinte a causa delle violenze dei soldati sovietici) e il franco-svizzero Per mio figlio (con Emmanuelle Devos e Nathalie Baye), nel quale il regista Frédéric Mermoud mostra una donna determinata a rintracciare l’investitore del suo rampollo. È solo per metà britannico La verità negata di Mick Jackson (da una storia vera), in cui la scrittrice Rachel Weisz è difesa in tribunale da Tom Wilkinson dalla denuncia per diffamazione del negazionista Timothy Spall. Per finire, due italiani: La sindrome di Antonio di Claudio Rossi Massimi illustra un amore (tra Biagio Iacovelli e Querait Badalamenti) che sboccia ad Atene nel ’70; invece Quel bravo ragazzo di Enrico Lando vede il sempliciotto Herbert Ballerina ereditare un impero mafioso.

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Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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