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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 25 febbraio 2016

gods_of_egyptRapporti tra simili, nemici, divinità e pupazzi nei film in uscita. Spieghiamoci meglio…

Il mitologico Gods of Egypt di Alex Proyas tratta lo scontro più arduo, quello tra uomini ed esseri superiori. Quando uno di questi ultimi usurpa il trono, sarà un mortale a provare a tenergli testa. Con Coster-Waldau, Butler, Thwaites, Rush. Una parte di fantasy la sfoggia pure Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti con Claudio Santamaria (coatto poco di buono che acquisisce super-poteri dopo un incidente radioattivo), Luca Marinelli e Ilaria Pastorelli. Operazione inversa per i registi di Anomalisa Charlie Kaufman e Duke Johnson: animazione a passo uno per rappresentare il vero. Nella fattispecie, la grigia esistenza dell’autore di un manuale di successo e il suo incontro con una rappresentante di dolci in un hotel. Realtà cronachistica, invece, per la nuova collaborazione tra Andrew Niccol ed Ethan Hawke: l’uno dirige l’altro in Good Kill, vicenda incentrata su un ufficiale che comanda a distanza (e freddamente) dei letali droni. Nel cast January Jones, Bruce Greenwood, Zoë Kravitz e Jake Abel. Ancora tremendi rimandi ne Il club di Pablo Larraín (interpretato dal fedele Alfredo Castro), in cui quattro preti (e se ne aggiunge un quinto) convivono in una sorta di reclusione a causa di errori commessi. D’altro canto, all’insegna del sorriso sono le osservazioni di Fabio De Luigi, debuttante nella regia e protagonista di Tiramisù (con Vittoria Puccini, Angelo Duro e molti altri), dove è un venditore di farmaci in crisi e corruttore per sbaglio. Con leggerezza arriva anche Amore, furti e altri guai (di Muayad Alayan con Sami Metwasi), incentrato su un palestinese che ruba un’auto con un soldato israeliano nel portabagagli, mentre God’s Not Dead (di Harold Cronk con Shane Harper e Kevin Sorbo) deriva da una storia accaduta (lo scontro teologico tra un universitario e un prof).

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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