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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 3 dicembre 2015

11_donne_a_parigiIn questi giorni al cinema si illustrano pericoli d’ogni sorta. E qualche rassicurazione.

Rodrigo de la Serna impersona Bergoglio in Chiamatemi Francesco – Il papa della gente di Daniele Luchetti, che racconta gli anni giovanili e l’impegno civile del futuro pontefice durante la dittatura argentina. Si lotta contro le aberrazioni pure in Un posto sicuro, dove Francesco Ghiaccio dirige Marco D’Amore, Giorgio Colangeli e Matilde Gioli. Genitore e figlio alle prese con i danni collettivi provocati dall’amianto. E non è che La isla mínima di Alberto Rodríguez tratti di questioni meno gravi, essendo incentrato sull’indagine di un paio di poco affiatati poliziotti (Javier Gutiérrez e Raúl Arévalo) giunti in un inospitale villaggio, rifugio di un killer di ragazzine. Si investiga anche nel thriller di Alejandro Amenábar Regression, in cui il detective Ethan Hawke dovrebbe inchiodare lo smemorato padre di Emma Watson, forse reo di un brutto crimine. Per far luce nella sua mente ecco lo psicologo David Thewlis. Proprio un lungo flashback struttura Mon roi – Il mio re: durante una complicata riabilitazione post-operatoria, Emmanuelle Bercot ripercorre la sua intensa relazione con Vincent Cassel; la regista è Maïwenn, nel cast sua sorella Isild Le Besco e Louis Garrel. Trama maggiormente romanzesca per Ron Howard e il suo Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick: Chris Hemsworth insieme a Benjamin Walker, Cillian Murphy, Tom Holland, Ben Whishaw e Brendan Gleeson a caccia dell’ottocentesca balena bianca (realmente esistita). I contrasti si fanno più ilari con 11 donne a Parigi (alcune di loro: Paradis, Adjani, Casta, Testud, Taglioni, nonché l’autrice Audrey Dana), nel quale s’incrociano le vicende di signore single, sposate o male accompagnate. Volete più arte? Nel documentario Il gesto delle mani di Francesco Clerici delle sculture in bronzo nascono davanti a noi.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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