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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 30 giugno 2016

il_piano_di_maggieLe apparenze ingannano. Accade nei film in uscita del weekend.

Per esempio, in Tokyo Love Hotel di Ryuichi Hiroki l’annoiato Shôta Sometani guida un albergo equivoco in cui possono affiorare i sentimenti. Problema relativo pure a un quartetto di commedie americane. Se ne Il piano di Maggie – A cosa servono gli uomini (anticipato a mercoledì 29), diretto da Rebecca Miller, Greta Gerwig per avere un figlio “disturba” l’infelicità di una coppia di intellettuali (Hawke e Moore), Jesse Eisenberg (“sballato” dalle inconsapevoli abilità) e Kristen Stewart in American Ultra di Nima Nourizadeh stanno già insieme, ma sono coinvolti in una rischiosa operazione governativa; in My Bakery in Brooklyn – Un pasticcio in cucina (regia di Gustavo Ron) le giovani eredi di una pasticceria (Aimee Teegarden e Krysta Rodriguez) litigano (una vuole mantenere le tradizioni, l’altra intende rinnovarle, così dividono in due negozio… e clienti), mentre il sequel Cattivi vicini 2 (ancora di Nicholas Stoller) schiera gli affiatati Radner (sempre Rogen e Byrne) e il loro chiassoso ex-nemico (una volta di più Efron) contro la nuova molesta minaccia di un’associazione studentesca femminile abitante al loro fianco (capeggiata da Chloë Grace Moretz). Toni epici, invece, per La battaglia degli imperi – Dragon Blade di Daniel Lee, dove il malvagio rampollo di un console romano (Adrien Brody) affronta un generale compatriota (John Cusack) e un comandante cinese (Jackie Chan). Quest’ultimo titolo richiama involontariamente A Dragon Arrives! di Mani Haghighi (con Amir Jadidi, detective dedito a una misteriosa morte negli anni ’60), che prosegue la serie Nuovo Cinema Teheran, chiusa da Nahid (di Ida Panahandeh con Sareh Bayat), su una donna che risposandosi perderebbe la custodia del suo bambino, e A Girl Walks Home Alone at Night (di Ana Lily Amirpour), horror con una destabilizzante vampira (Sheila Vand).

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Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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