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Sis Dandify: un Black Carpet da sogno ad Halloween

Luminosità e sensualità nella notte di Halloween per il Black Carpet di Sis Dandify. Villa Boscogrande ha accolto in un’atmosfera da sogno le creazioni dei più couturier più eleganti

La notte di Halloween si è tinta di lustrini grazie al Black Carpet, una sfilata di moda organizzata da Silvia Spoto, imprenditrice di Sis Dandify, presso Villa Boscogrande a Palermo.

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Il piano superiore della villa, sede nobiliare del ‘700 e set delle prime scene del film Il Gattopardo di Luchino Visconti, ha accolto un defilé  luminoso e sensuale, portato in scena da importanti couturier come Luigi Auletta e Impero Couture, Giovanni Cannistrà e famosi brand quali Mangano e Sis Dandify.

Silvia Spoto ha voluto che questo magnifico evento si svolgesse proprio durante la notte delle streghe, la notte di Halloween. Una setata dal mood dark incorniciata da luccichii e splendore. “La luce è sinonimo di bellezza, come le stelle che brillano di luce propria”, ha affermato l’imprenditrice.

Luci, stelle che brillano, paillettes e trasparenze si combinano tra loro diventando un tutt’uno per una serata davvero unica.

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Mangano

I primi a sfilare e ad attraversare le stanze di questa prestigiosa villa sono state le capsule collection Flowers and Dolls dei fratelli Mangano.

Plissé svolazzanti dai colori contrastanti; morbidi tulle impreziositi da pietre colorate; preziosi e lunghi colletti di strass e perline che illuminano la silhouette; velluti, pellicce, pelle e borchie si adagiano perfettamente su chiffon, pizzi e rouge.

Ma ciò che stupisce davvero è l’elemento floreale di ogni capo, sempre presente e mai scontato, che accompagna le ‘bambole’ lungo tutta la passerella.

Questo è il linguaggio di Mangano che, dal 1986, ricerca uno stile italiano in grado di raggiungere i confini internazionali, riuscendoci.  Uno stile in divenire che si evolve rimanendo sempre al passo con i tempi e con le nuove forme di eleganza, senza mai tralasciare le origini.

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Sis Dandify

A sfilare anche una selezione di abiti di Sis Dandify dell’imprenditrice Silvia Spoto.

Entrata teatrale, e perfettamente in tema con la serata, per le sue modelle che sono giunte in passerella avvolte da mantelli neri con cappuccio, incuriosendo lo spettatore.

Ed ecco il momento tanto atteso: la trasformazione. L’immagine lugubre, dark e un pò ‘streghetta’ viene spazzata via da sensuali giochi di luce, paillettes e lustrini che emergono da trasparenze capaci di osare senza essere mai volgari.

Personalità glamour e sbrilluccicosa quella degli abiti e degli accessori di Sis Dandify: l’imperativo è brillare!

Linee semplici dalla vestibilità sempre moderna e attuale per Giovanni Cannistrà, couturier catanese. Un profondo legame con la sua terra, la Sicilia, raccontata attraverso pizzi, ricami e stampe: “amo introdurre la Sicilia nelle mie collezioni, a volte in maniera leggera e soft, a volte in maniera più pretenziosa”.

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Giovanni Cannistrà

E così: rigidi corpetti si trasformano in quadri ambulanti per narrarci la storia dei paladini francesi, o in teatrini pronti a farci rivivere le scenette dei pupi.

Lunghe e svolazzanti gonne in seta si animano di stampe luminose per raccontarci l’immagine della tradizione artistica siciliana che, da Santo Stefano di Camastra a Caltagirone, raccontano l’arte della ceramica o storie d’amore, gelosia e vendetta attraverso l’iconica immagine delle Teste di Moro. Accostamenti di tessuti differenti, ricami e decorazioni che si sovrappongono, ma in grado di esaltare la propria essenza e unicità.

Non manca, poi, uno sguardo al passato, la capacità di sapersi rinnovare mantenendo vive le origini: “guardare se stessi, facendo un tuffo nel passato, per trovare il presente”. Come quei paladini ricamati sul seno di un body trasparente e che abbiamo potuto ammirare anche in questa passerella. Un pezzo storico che risale ad una collezione del ’94, quando l’idea della Sicilia, su un seno nudo, faceva ancora scalpore ma che ritorna, oggi, così attuale.

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Eva Carieri per Giovanni Cannistrà

Tendenza, amore per la propria terra, linee semplici e accostamenti di tessuti differenti esprimono perfettamente l’idea di donna Cannistrà: “preferisco la linea semplice che risalta un particolare, un tessuto, un decoro, un ricamo”.

Tutti elementi che ritroviamo anche nell’ultimo abito indossato da Eva Carieri, sua testimonial. Un lungo abito nero per una dolce e moderna principessa: un tripudio di piccoli fiori rampicanti che, dalla terra, s’innalzano delicatamente verso la donna avvolgendola ma, nello stesso tempo, lasciandola libera di esprimere tutta la sua tenera femminilità.

Cannistrà, couturier amato dalle nobildonne, ha iniziato lavorando da Lancetti e Valentino, una formazione importante per poter, in seguito, rivelare se stesso attraverso l’abito.

 

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Abito Palermo – Impero Couture

Infine, il Black Carpet, ha concluso il suo defilé con gli abiti di Impero Couture di Luigi Auletta.

Ed eccolo, bellissimo e pronto a dar voce alla sua storia, L’abito Palermo. Un capolavoro unico che racconta la storia di un giovane Auletta che ha mosso i suoi primi passi nel mondo della moda, a soli 17 anni, proprio a Palermo. “Volevo fare qualcosa di spettacolare per una regione e una città vivace a cui sono molto legato dal punto di vista affettivo…se un domani il buon Dio mi darà un’altra vita, mi piacerebbe nascere in Sicilia”.

Così Auletta rivela il suo personale legame con la città di Palermo attraverso quest’abito: stampe e fotografie di una città vissuta in gioventù, tra il bianco e il nero del passato e il colore vivo degli agrumi maturi del presente.

Descrive il legame e l’amore per la Sicilia e la sua cultura con la Triscele della bandiera siciliana, anziani e bambini in corsa. Un continuo andirivieni tra passato e presente. Ma, soprattutto, la sacra immagine della Madonna, una Vergine dai tratti siculi che si avvolge in uno scialle di pizzo nero, quello stesso scialle nero che avvolgeva le donne di un tempo, nascondendone la più intima femminilità.

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I giocolieri del Black Carpet

L’idea di Impero e Auletta, infatti, era quella di rappresentare l‘Italia attraverso cinque regioni e, quindi, cinque abiti: Milano per la Lombardia, Venezia per il Veneto, Roma per il Lazio, Napoli per la Campania e Palermo per la Sicilia.

E poi non può mancare l’essenza di Impero che, da un paio di anni, trova ispirazione nell’immagine della sua testimonial, Kelly Ling, la famosa Brooke di Beautiful: “è come se Impero fosse nato per vestire donne come Kelly, musa ispiratrice dalla personalità sexy e femminile”. “La femminilità, infatti, è il dato più bello che ogni singola donna dovrebbe conservare gelosamente”.

Quindi femminilità come uno dei dettagli più importanti che, nella filosofia di Impero Couture, va oltre la bellezza.

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Federica Mosa

A rendere ancora più piacevole la serata, sono state le esibizioni di due giovani trampolieri dalle ali, anch’esse, luminose, accompagnati dal moderno violino di Federica Mosa.

E ancora: il trucco delle sorelle Costanzo e della Make up artist Desireé Billitteri e i look di Zappa Parrucchieri. La direzione artistica di Luca Lo Bosco, il service di Andrea Scimò, la voce narrante di Alex Borghini e il dj set di Extravaganze Nightlife ma, soprattutto, l’organizzazione dell’imprenditrice Silvia Spoto.

Una notte glamour, quella di Halloween, fuori dall’immaginario comune.

 

 

 

Gallery del Black Carpet

(Foto di Emanuela Fanale)

 

 

vervemagazine

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