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Grandi Sche(r)mi – Uscite al cinema del 14 luglio 2016

cellBrividi estivi al cinema. E tanta azione, variamente declinata.

Ultimamente c’è sempre qualche titolo più sollecito. Nella fattispecie, da mercoledì 13 eccone due: il kinghiano Cell di Tod Williams (con John Cusack, Samuel L. Jackson – presente anche nell’avventura nella giungla di cui parliamo tra un attimo – e Isabelle Fuhrman) e Bastille Day di James Watkins (con Idris Elba, Richard Madden, Charlotte Le Bon, Kelly Reilly e José Garcia). Il primo racconta un’inspiegabile epidemia omicida scatenata su scala mondiale tramite i telefonini, il secondo si concentra sulla collaborazione tra un agente della CIA e un abile borseggiatore per sventare un piano terroristico a Parigi, che però cela altre intenzioni. Sul versante “strane coppie” c’è pure Una spia e mezzo, commedia poliziesca che appaia due tipi antitetici come Dwayne Johnson e Kevin Hart (diretti, insieme a Amy Ryan, Aaron Paul e Jason Bateman, da Rawson Marshall Thurber), ossia ancora una possente spia e un suo pacifico ex-compagno di college chiamato a collaborare a un’indagine segreta. Brusco cambio di sfondo e d’epoca: il tardo-ottocentesco The Legend of Tarzan di David Yates illustra il ritorno nel selvatico Congo dell’ormai civilizzato uomo-scimmia (che ha i muscoli di Alexander Skarsgård) per un’operazione commerciale, condotta da un affarista belga (Christoph Waltz), dai risvolti loschi. Jane è Margot Robbie; in più, Djimon Hounsou e Jim Broadbent. Dalle scimmie a Sneezing Baby Panda, film per famiglie – per la regia di Lesley Hammond e Jenny Walsh – nel quale una premurosa zoologa (Amber Clayton) vuol rintracciare un cucciolo (diventato una star del web grazie a un semplice starnuto) per risollevare le sorti del bioparco in cui lavora. Preferite il thriller? C’è D.A.D. di Marco Maccaferri, storia di 19 persone (fra loro Stefano Annoni) costrette da misteriosi cecchini a convivere in un angusto rifugio.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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