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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 7 dicembre 2016

e_solo_la_fine_del_mondoAtmosfere natalizie opposte a tragicommedie familiari. Avviene al cinema…

Iniziamo dai film con vacanze invernali sullo sfondo. Non c’è più religione di Luca Miniero riunisce Claudio Bisio, Alessandro Gassmann e Angela Finocchiaro e narra di un’isoletta che ha grosse difficoltà nell’allestimento del tradizionale presepe vivente, tra approssimazioni e compromessi fra culti diversi. Lo scarto di armonia aumenta in due film americani semi-provocatorî: La festa prima delle feste, diretto da Josh Gordon e Will Speck, e Babbo Bastardo 2, per la regia di Mark Waters. Il primo – con, fra i tanti, Jason Bateman e Jennifer Aniston – descrive un disastroso party organizzato in ufficio da un amministratore delegato in odor di licenziamento che vuole ingraziarsi un cliente; il secondo è il sequel delle avventure criminali dell’ubriacone Billy Bob Thornton, che da un lato rincontra il socio Tony Cox e il ragazzino cresciuto Brett Kelly (nonché la madre più carogna di lui Kathy Bates), dall’altro resta ammaliato dalla direttrice dell’ente di beneficienza che vuol rapinare (Christina Hendricks). Riunione parentale anche in È solo la fine del mondo di Xavier Dolan, dove Gaspard Ulliel torna dopo lunga assenza fra i suoi cari (Nathalie Baye, Marion Cotillard, Vincent Cassel, Léa Seydoux) con una segreta brutta notizia. Poi, un rapporto padre-figlia è centrale in Una vita da gatto di Barry Sonnenfeld, in cui Kevin Spacey, sposato con Jennifer Garner, è un arido milionario mutato in micio da Christopher Walken. Viggo Mortensen è invece genitore di sei creature in Captain Fantastic (di Matt Ross): ha insegnato loro a vivere nella natura, ma il mondo esterno è faccenda differente. Naomi Watts, infine, è madre di un disabile (per un tremendo incidente) nell’horror Shut In di Farren Blackburn, con Oliver Platt; psicologa infantile, la donna indaga sulla scomparsa del piccolo Jacob Tremblay.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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