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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 9 giugno 2016

the_neon_demonRiflettori accesi sulle uscite di questa settimana. Luci abbaglianti, che forse coprono qualche verità.

Due coppie, una formata da Pablo & Pedro, l’altra da Libero De Rienzo e Pietro Sermonti, al centro di altrettante commedie italiane, ovvero Ciao Brother, diretto da Nicola Barnaba, e Cristian e Palletta contro tutti, per la regia di Antonio Manzini. La prima racconta di un truffatore in fuga in  America che si spaccia per il rampollo segreto di un imprenditore appena defunto; la seconda, analogamente, tratta di due spiantati che per trarsi d’impaccio dovranno reperire in Puglia dell’urina di giaguaro… Se troviamo dell’ulteriore spirito avventuroso nel DNA del sequel illusionistico – in uscita con un giorno d’anticipo – Now You See Me 2 (dove ritornano – guidati da John M. Chu Eisenberg, Harrelson, Franco, Freeman, Ruffalo, Caine, a cui si aggiungono Lizzy Caplan, Jay Chou e Daniel Radcliffe), con i Quattro Cavalieri (abilissimi prestigiatori e ladri generosi) impegnati a salvare la propria reputazione, il clima si fa più serio ne L’uomo che vide l’infinito, biografia di Ramanujan (Dev Patel), genio matematico d’umili origini d’inizio ’900 scoperto a Cambridge dal prof. Hardy (Jeremy Irons). Il film è orchestrato da Matt Brown. Ancora una storia vera: In nome di mia figlia ripercorre la battaglia legale di un uomo addolorato (Daniel Auteuil) per la morte – apparentemente accidentale – di sua figlia; dietro la cinepresa c’è Vincent Garenq. Scivoliamo verso il thriller grazie a Nicolas Winding Refn e il suo The Neon Demon, protagonista un’aspirante modella (Elle Fanning) risucchiata dall’ambiente patinato e invidioso di L.A. Esce l’8 giugno, così come Friend Request – La morte ha il tuo profilo, che è più risolutamente un horror (firmato da Simon Verhoeven): un’amata studentessa (Alycia Debnam-Carey) stringe virtualmente un’amicizia pericolosa per i suoi contatti…

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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