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Orgoglio e Pregiudizio una letteratura-teatrale giocosa, acuta e senza età di scena al teatro Biondo

Orgoglio e Pregiudizio, gioiellino letterario ottocentesco di Jane Austen, riscopre nell’adattamento drammaturgico di Antonio Piccolo la propria vivida essenza  teatrale. La messa in scena, equilibrata amalgama di serio e faceto, si guadagna l’emozione del pubblico e la sua simpatia.

Non semplicemente racconto dell’esistenza tribolata e carica d’aspettative delle sorelle Bennet e dei loro vicini, amici e conoscenti. Orgoglio e Pregiudizio, dovrebbe esser letto e analizzato, ben più propriamente, nei termini d’una elaborata sceneggiatura teatrale. Teatro delle interazioni mondane, affettate quanto possibilmente ipocrite. Teatro profuso nel gusto perspicace ed espressivo per il dialogo. Teatro dei sentimenti travolgenti quanto costretti nei limiti attanaglianti dell’orgoglio come del pregiudizio. Lo stesso teatro che Jane Austen ha probabilmente osservato tra coloro che vivevano la sua contemporaneità e con sagacia e acutezza ha  riadattato alle sue pagine.

Qualcosa che, dopotutto, potrebbe dirsi l’anima intensa e autentica del romanzo della Austen. Una teatralità spesso tralasciata, incompresa, in realtà quanto mai manifesta. Una teatralità che si espande esponenzialmente, e a mezzo dei balli e delle sonate al pianoforte si fa performativa.

Un quid che il drammaturgo Antonio Piccolo raccoglie a piene mani, rielabora e rende concreto materiale da spendersi sulla scena.Orgoglio e Pregiudizio

Piccolo traccia le linee di uno spettacolo quanto mai fluido e dinamico. Lo fa condensando la labirintica trama del romanzo su pochi protagonisti cardine. Ricreando, dunque, a mezzo della tenera e timida parabola d’amore di Mister Charles Bingley e Jane Bennet così come del repentino affidarsi dell’amica Charlotte alla sicurezza maritale senza scosse del chierico Collins, un funambolico sempiterno gioco delle coppie. Ad un tale divertissement il drammaturgo somma i delicati chiaroscuri della reciproca attrazione e repulsione di Mister Darcy per Elizabeth Bennet, collocandoli in scene fisicamente ieratiche ma pervase da una impetuosa quanto indagante reciprocità discorsiva.

Le graziose e frizzanti canzoni di scena, composte da Francesco De Melis, sostituiscono le ben più ficcanti arie e romanze da repertorio lirico di gran moda nell’ottocento ma concorrono altrettanto bene, e in modo ben più diretto ed efficace per un pubblico contemporaneo, a disegnare le curiose peregrinazioni di pensiero dei protagonisti. Tali canzoni possono dirsi parte integrante della drammaturgia stessa.

Vivace, godibile privo di momenti morti, lo spettacolo si fonda su un appropriato tradizionale recitar di maniera ma si arricchisce continuamente della spumeggiante originalità interpretativa degli attori ingaggiati dalla produzione. Si raccolgono così gli applausi intorno al pirotecnico ruolo di Lady Bennet affrontato da Sabrina Scucciamarra con straordinario brio d’eco partenopeo ed acceso colore, e calore, tipico di quella materna ambizione che non si fa scrupolo di niente e di nessuno. Sul palcoscenico un personaggio divertente ed iperbolico.

La stessa cosa può dirsi dell’attore Arturo Cirillo. Splendido camaleontico artista in grado di trasudare leggiadra ironia ed un fine sarcasmo nel ruolo di Mister Bennet e di trasferire, altresì, le proprie doti di caratterista nella parte en travestì della nobile Lady Catherine De Bourgh. Ruolo sospinto, all’estremo caricaturale, sin quasi a divenir comico.

L’attrice Eleonora Pace regala alla bella Jane Bennet, il nervosismo via via crescente di un desiderio trepidante (sentimentale di certo, sessuale perché no) inespresso, difficilmente confessabile ma sempre lì lì per traboccare.

Alla Pace si affianca la rossa, alta e flessuosa Valentina Picello, attrice finissima in grado di assecondare, con energica compostezza, l’intelligenza sottile e l’acume robusto di Elizabeth Bennet.

Picello, allo stesso tempo, mostra di ben conoscer l’arte dell’emozionare profondendo il trasporto grand’attoriale d’una novella Emma Thompson nel pianto accorato e singhiozzante che vede Elizabeth prender atto dell’incedere sicuro presso di lei dell’amore di mister Darcy. Valentina Picello padroneggia le linee romantiche e le delimitazioni peculiari (dell’orgoglio e del pregiudizio appunto) del suo iconico personaggio, non ne disattende i dettagli, li incarna anzi con uno stile identitario, gentile e volitivo insieme, cosparso però d’una affettuosa reverenza.

La controparte maschile Mister Darcy, può esser visto come il personaggio più difficile da affrontare; uomo tutto d’un pezzo, algido, compassato, preso e compreso dei propri giudizi, con lui si rischia di cadere nello stereotipo del già visto. L’attore Francesco Petruzelli, compie sul ruolo di  questo scivoloso gentiluomo un lavoro di sottrazione. Impone dapprima una presenza aitante, avvenente ma dura e impostata, nel corso della pièce alleggerisce il tono della voce, si mostra più titubante, sospiroso ed emotivo. Si lascia connotare, visivamente, quale innamorato. A sostenere tale cambiamento fisico, una redingote color rosso passione.

A far da controcanto alle signorine Bennet, si staglia la figura di Caroline Bingley sorella del giovane Charles a cui l’attrice Giulia Trippetta restituisce la rosea allure di una spina velenosa. Trippetta nello stesso contesto da prova di grande versatilità, entrando nei panni dimessi, ma concreti e sinceri di Charlotte, migliore amica delle sorelle Bennet.

Controcanto al maschile del Darcy di Petruzelli, è mister Charles Bingley. Un personaggio immediatamente amabile su cui l’attore Giacomo Vigentini effonde grande dolcezza, nel tono di voce sempre tenero e conciliante e nel passo leggero e danzante, nonché una estrema serenità d’arbitrio a dispetto delle macchinazioni affinché desista da ogni suo nobile intento sentimentale.

Un tale consesso  viene coronato da una evocativa scenografia di specchi e di vetri. Rifrazioni che tendono ad amplificare l’intimo sentire dei personaggi (che sia il disagio per un’atteggiamento classista subìto o il liberatorio dilatarsi d’un amore dinnanzi ad un cielo azzurro) e trasparenze utili a rimandare, sull’aggraziato finale della pièce, gli sguardi complici, armoniosi e simmetrici dei personaggi.

Questo Orgoglio e Pregiudizio è uno spettacolo deliziosamente rifinito, correttamente poeticizzato (senza divenire zuccheroso), saldo e valido nei contenuti, mai noioso, che sa parlare con ingegnosa leggerezza ai più giovani. Una prova drammaturgica che, complice la duttilità della materia, può dirsi promossa. In scena al teatro Biondo di Palermo fino a domenica 30 gennaio.

Enrico Rosolino

Enrico Rosolino apre il suo cuore al mondo delle arti alla tenera età di 2 anni, allorquando assiste alla proiezione cinematografica del lungometraggio animato di Walt Disney, Biancaneve e i sette nani. Ha inizio così un lungo percorso di scoperta e apprendimento nel variegato e sfaccettato mondo delle arti. Da piccolissimo si appassiona alla recitazione. Negli studi pone molta enfasi e impegno nelle materie umanistiche e, dunque, sceglie un liceo Classico. Durante l'adolescenza si diletta nella lettura ed interpretazione -a voce alta- dei classici greci. A 15 anni si avvicina concretamente al mondo della danza. Prende lezioni di balletto classico per 12 anni, e ad anni alterni segue dei corsi di danza moderna e contemporanea. L'arte coreutica diviene la sua più grande passione e territorio prolifico di ricerca. Si laurea allo STAMS di Palermo, e si specializza al DAMS di Bologna. Nel capoluogo emiliano affina e porta a più completa maturazione le sue conoscenze e il suo senso estetico e critico d'ambito teatrale. Viaggia molto, visita Parigi, New York, Londra, Barcellona, Copenaghen, Boston, Atene e molte altre città del mondo godendo di un approccio diretto e sentimentale con le di loro bellezze artistiche e culturali. Vive attualmente a Palermo e coltiva moltissimi interessi nei più svariati contesti. Da giugno del 2021 è iscritto nell'elenco dei giornalisti pubblicisti presso l'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, per Verve si occuperà della rubrica dedicata al Teatro, alla cultura, e agli eventi dal vivo.

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