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SIEGFRIED l’eroe umano e l’avvicendarsi dell’esistenza

garbo-49a6919_695 Una luce fredda e tagliente rischiara l’intero golfo mistico del teatro Massimo, sembra il fulgore della lama affilata di una spada; all’entrarvi ci si sente rapiti, scagliati, in una dimensione germanico-epica. Il palco, tuttavia, è aperto e vi si staglia, quasi  a precipizio sul proscenio, un moderno bilocale dall’arredo umile e rozzo (l’antro del bosco in cui il viscido e arrivista nano Mime vive, custodendo il giovane orfano Siegfried). In questa atmosfera che amalgama e contrappone il glorioso mitologico con le quotidiane trame della vita comune, si sviluppa l’idea rappresentativa che il noto regista Graham Vick ha del Siegfried di Richard Wagner.

PALERMO 15.12.2015 - TEATRO MASSIMO OPERA SIGFRIED. © FRANCO LANNINO/STUDIO CAMERA

 Del resto, questo monumentale e impegnativo terzo tassello della tetralogia del wagneriano L’anello del Nibelungo reca in sè il tema della contrapposizione tra l’uomo e la divinità e di quest’ultima ne inizia, tra l’altro, a descrivere il declino. Siegfried rappresenta l’essere umano
nuovo
 non legato al passato; egli non sa nulla delle manovre del Dio Wotan e della storia dell’anello del potere. Siegfried  è il protagonista indiscusso dell’intera vicenda, su di lui la regia di Vick si concentra con attenzione ossessiva, rendendolo cardine di tutto anche quando non è in scena. Sembra un liceale in Siegfried-Spettacolo-Palermo-9eskimo, t-shirt e Converse; è un personaggio “puramente umano” e in quanto tale è irrequieto e forte, innocente e arrogante come un qualsiasi adolescente. Un giovane eroe che non conosce la paura nel’affrontare draghi e selve oscure -in questa sede, metafore visive dell’ostica società corrotta dell’oggi- e neanche gli Dei.

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Ad interpretare questo magnifico eroe terreno il tenore Christian Voigt. Questo straordinario artista dotato di una voce lirica energica e ampia, colorata da sovratoni udibili anche da lontano (assolutamente atipico per le vocalità drammatico-ardimentose della tradizione wagneriana), dipinge un personaggio iperattivo e in piena evoluzione: è un bambino che ha “domato” il suo orsacchiotto di peluche e che vagheggia una madre mai conosciuta; subito dopo è  un adolescente che riforgia da solo la spada Notung appartenuta a suo padre e, dopo aver tagliato via la testa al suddetto peluche, trancia via ogni rapporto con il suo recente passato e parte per il mondo, bramoso di conoscere e sperimentare . Egli diviene un ragazzo che agisce con l’impulso piuttosto che con la ragione, rifiutandosi di riconoscere una qualsivoglia autorità e scontrandosi con ogni impedimento rintracciato sul suo cammino.

Teatro Massimo, 2015_12_15 Siegfried.

Al mondo dell’incanto appartengono tutti i personaggi dell’esistenza di Siegfried; essi la permeano di magico e al contempo la  spalancano verso l’evoluzione del suo Io. Così accade compiutamente durante il III atto allorquando Siegfried raggiunge la vetta  sulla quale, cinta da un cerchio di fiamme (un vorticoso e smanioso “balletto” di mimi guizzanti sotto fari rossi), giace addormentata nel sortilegio di Wotan la walkiria Brünnhilde (la celestiale soprano Meagan Miller).

All’eroe basta un bacio per ridestare la fanciulla, mentre la musica si apre e diviene splendente nell’orchestrazione. Ebbene, al meraviglioso e romantico in pieno stile Bella addormentata dei Grimm, si frappone il primo convulso contatto del ragazzo con il femminile. Nell’approcciarsi ad un corpo “altro” e nuovo, nel sentire il divampare del desiderio, nel prendere coscienza dell’amore, egli scorgerà in sè un primo autentico turbamento erotico e ,dunque, concretamente “mortale”. Tuttavia, questa sarà la chiave di volta che lo condurrà alla totale maturazione (non per nulla Siegfried prima di baciare Brünnhilde si sfila i pantaloni, come pronto a deflorarla). Siegfried darà, inoltre, a Brünnhilde l’opportunità di godere del suo essere divenuta donna, lasciando ad uno sbiadito ricordo il suo virginale status di Dea walkiria. I due si abbandonano perdutamente l’uno tra le braccia dell’altro sulle note di un inno idilliaco “amore lucente, morte ridente”.

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Stefan Anton Reck e Graham Vick

Dirigere quest’Opera è una vera impresa per ogni buon direttore d’orchestra; è necessario trovare sempre un fil rouge che garantisca l’unità nella corposa orchestrazione delle temute frasi musicali che appaiono di volta in volta ferventi, immense, minimali, oscure e, specialmente nel II atto, nettamente scisse le une dalle altre. A riuscire egregiamente nell’impresa (davvero perigliosa, se in sala sono presenti esigenti esperti della musica di Wagner) il coraggioso e puntiglioso maestro Stefan Anton Reck.

La prima è andata in scena il 18 Dicembre 2015 presso il teatro Massimo di Palermo. Repliche dell’Opera sono previste, ancora: domenica 20 dicembre 2015,Mercoledì 23 dicembre,Domenica 27 dicembre e Martedì 29 dicembre. L’inizio dello spettacolo è previsto per le 17:30. L’Opera ha una durata di 4 ore e 15 minuti.

Enrico Rosolino

Enrico Rosolino apre il suo cuore al mondo delle arti alla tenera età di 2 anni, allorquando assiste alla proiezione cinematografica del lungometraggio animato di Walt Disney, Biancaneve e i sette nani. Ha inizio così un lungo percorso di scoperta e apprendimento nel variegato e sfaccettato mondo delle arti. Da piccolissimo si appassiona alla recitazione. Negli studi pone molta enfasi e impegno nelle materie umanistiche e, dunque, sceglie un liceo Classico. Durante l'adolescenza si diletta nella lettura ed interpretazione -a voce alta- dei classici greci. A 15 anni si avvicina concretamente al mondo della danza. Prende lezioni di balletto classico per 12 anni, e ad anni alterni segue dei corsi di danza moderna e contemporanea. L'arte coreutica diviene la sua più grande passione e territorio prolifico di ricerca. Si laurea allo STAMS di Palermo, e si specializza al DAMS di Bologna. Nel capoluogo emiliano affina e porta a più completa maturazione le sue conoscenze e il suo senso estetico e critico d'ambito teatrale. Viaggia molto, visita Parigi, New York, Londra, Barcellona, Copenaghen, Boston, Atene e molte altre città del mondo godendo di un approccio diretto e sentimentale con le di loro bellezze artistiche e culturali. Vive attualmente a Palermo e coltiva moltissimi interessi nei più svariati contesti. Da giugno del 2021 è iscritto nell'elenco dei giornalisti pubblicisti presso l'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, per Verve si occuperà della rubrica dedicata al Teatro, alla cultura, e agli eventi dal vivo.

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