Home / CULTURA / CINEMA / Baywatch, al cinema la nuova versione del telefilm cult anni ’90

Baywatch, al cinema la nuova versione del telefilm cult anni ’90

Una versione cinematografica super scanzonata quella di Baywatch. Lo spirito revival pervade con leggerezza il remake di uno dei telefilm cult degli anni ’90

id., USA, 2017  di Seth Gordon con Dwayne Johnson, Zac Efron, Alexandra Daddario, Priyanka Chopra, Kelly Rohrbach, Jon Bass, Ilfenesh Hadera, Yahya Mateen-Abdul II

Dall’ansia da revival che ha avviluppato il cinema americano (a corto d’idee) degli ultimi anni non si salvano certo i telefilm di successo. I produttori, però, preferiscono evitare i confronti diretti, buttandola perlopiù in farsa.

Così, dopo Charlie’s Angels, Starsky & Hutch e Hazzard e appena un po’ prima di CHiPs, ecco la versione (ancora più) scanzonata di una delle serie tv che imperversarono maggiormente sul piccolo schermo negli anni ’90, nella quale un gruppo di atletici bagnini si trovava – piuttosto improbabilmente – a indagare su vari casi.

Facendo leva proprio su quest’aspetto, nella ferma e aprioristica intenzione di non prendersi sul serio (vedi l’ossessione per il ralenti), il regista Seth Gordon (Tutti insieme inevitabilmente, Come ammazzare il capo …e vivere felici, Io sono tu) ha confezionato un mini-blockbuster estivo (in tutti i sensi) spiritoso e disimpegnato quanto basta per soddisfare le platee dal palato facile.

Lo spunto proviene dalla scoperta dei loschi movimenti immobiliari (intinti nel narcotraffico) di un’affarista senza scrupoli (Priyanka Chopra) che i poco accreditati guarda-spiaggia capeggiati da Dwayne Johnson – nelle cui fila adesso militano pure tre incerte reclute, ovvero il tronfio campione di nuoto Zac Efron, la posata Alexandra Daddario e il goffo Jon Bass – provano a sventare. Splendide donne (non dimentichiamo Kelly Rohrbach e Ilfenesh Hadera), le partecipazioni appiccicate di David Hasselhoff e Pamela Anderson (divi del brand originale), tante strizzate d’occhio. Bastano? Fate voi…

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*