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Uscite al cinema del 31 ottobre 2018

Qualcuno desidera passare Halloween (o le serate successive) al cinema? Bene, ecco una serie di variegate proposte per accontentare chiunque.

Per Ognissanti uscite anticipate a mercoledì 31. E alcune sono intonate…

Più di tutte l’horror di Gregory Plotkin Hell Fest, in cui Amy Forsyth, Reign Edwards e altri durante la notte di Halloween partecipano a un evento itinerante a tema, ignorando che un autentico killer s’annida fra la gente in costume. Si devia verso il fantasy con Il mistero della casa del tempo di Eli Roth (con Black e Blanchett) e Lo Schiaccianoci e i quattro regni di Lasse Hallström e Joe Johnston (con Knightley, Mirren, Freeman). Nel primo un ragazzino (Owen Vaccaro) giunge nella strana dimora dello zio, scoprendo che è un mago; nel secondo la giovane Mackenzie Foy nel mezzo d’una festa natalizia piomba in un mondo incantato.

Una bimba (Caterina Sbaraglia) anche in Ti presento Sofia, commedia-remake di Guido Chiesa con De Luigi che finge di non avere una figlia per conquistare l’amica Ramazzotti. Più cresciuta è la ribelle Moretz ne La diseducazione di Cameron Post (di Desiree Akhavan): spedita in un collegio religioso perché gay, fonda con alcuni compagni una “contro-comunità”.

Vere malefatte attraversano i tre titoli successivi: Il presidente, ossia Ricardo Darín (diretto da Santiago Mitre), dove il capo di Stato argentino tenta di arginare uno scandalo nel corso d’un summit; Museo – Folle rapina a Città del Messico (di Alfonso Ruizpalacios), con Gael García Bernal che trafuga reperti antichissimi e non riesce a rivenderli (storia accaduta); Millennium – Quello che non uccide (di Fede Álvarez), ritorno – su sfondo politico corrotto – dell’hacker Lisbeth, ora Claire Foy.

Quest’ultima è pure la moglie del protagonista Gosling nel nuovo lavoro biografico di Damien Chazelle, First Man – Il primo uomo, che racconta il percorso dell’astronauta Armstrong. Ancor più reali i fatti narrati dal doc di Wilma Labate Arrivederci Saigon, cronaca della pericolosa tournée nel ’68 delle Stars, band femminile.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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