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Recensione: Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse

Demain tout commence, Francia/GB, 2016  di Hugo Gélin con Omar Sy, Gloria Colston, Clémence Poésy, Antoine Bertrand, Ashley Walters, Clémentine Célarié, Anna Cottis, Raphael von Blumenthal.

Tanto per essere chiari: questa commedia drammatica che il nipote d’arte Hugo Gélin ha diretto e sceneggiato (insieme a Jean-André Yerles e Mathieu Oullion) non è farina del suo sacco. Discende dal campione d’incassi messicano Instructions Not Included (regia, scrittura, produzione, montaggio e interpretazione di Eugenio Derbez), fugacemente transitato da noi qualche estate fa. Che sia un rifacimento è un dettaglio che sminuisce l’originalità, però probabilmente non intacca la carica emotiva che il lungometraggio è in grado di elargire al pubblico, il quale indubbiamente gradirà. Tenerezze e sorrisoni all’inizio, quando il protagonista Samuel, viveur irresponsabile e immaturo che lavora in un villaggio turistico nel sud della Francia, riceve la visita di una delle tante compagne occasionali: dalla fugace relazione dell’anno prima è nata una bimba, Gloria, e la madre non se la sente più di occuparsene. Nella speranza di restituirle l’impegnativo fardello, l’atterrito dongiovanni insegue la donna a Londra, dove fortuitamente finisce con lo stabilirsi, assunto in qualità di stuntman. Allevare la piccina – a modo suo – si trasforma in un piacere; ma che fare quando la madre, insistentemente cercata, si ripresenta e matura delle pretese? Da qui la trama prende una piega da mélo perfino ricattatoria. Fra le pieghe del plot emergono delle distrazioni, tuttavia Sy (i cui film stanno per diventare un genere a sé) regge. Lo spalleggiano la fragile Poésy, il simpatico (e stereotipato) Bertrand e la piccola Colston.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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